RIVISTA ITALIANA DIFESA
Cosa produce l’industria della Difesa ucraina? 16/02/2024 | Igor Markic

È praticamente dall’inizio della guerra in Ucraina che analisti e commentatori si scervellano nel cercare di stimare le capacità produttive belliche russe, con alterni risultati.

Ma che dire di quelle ucraine, visto che tale Paese è riuscito comunque a conservare la sua tradizionale industria bellica, nonostante i numerosi tentativi da parte russa di colpire le infrastrutture produttive tramite strike a lungo raggio (alcuni di successo)?

Stupirà molti, ma è altamente probabile che l’Ucraina oggi produca molti più sistemi d’arma rispetto a prima della Guerra. Il solo conglomerato di stato Ukroboronprom ha recentemente relazionato che l’aumento delle capacità produttive delle proprie aziende può essere riassunto in un 62 % in più nel 2023 rispetto al 2022. L’obiettivo di spesa per il 2024 è stimato in circa 7 miliardi di dollari, pari al 3,5 % del PIL del Paese pre-invasione (da destinare, però, non soltanto alla produzione autoctona ma anche alle voci relative alle riparazioni e manutenzione, nonché alle acquisizioni di quel materiale estero che non viene ceduto in forma di aiuti).

Cominciamo dal munizionamento per i sistemi d’arma a fuoco indiretto. L’aumento produttivo del 2023 rispetto al 2022 di munizionamento per mortai è stato di ben 42 volte superiore (quasi completamente avente luogo fuori dall’Ucraina), seppure quello dei proietti d’artiglieria ammonti a soli 2,5 volte in più. Va detto che su questi ultimi non vi è stata un’immediata priorità perché, come noto, l’Ucraina ha ricevuto da Paesi già Patto di Varsavia (o comunque blocco orientale) numeri enormi di proietti da 122 mm e 152 mm, con forniture, però, in buona parte esauritesi già nel gennaio del 2023. Inoltre, l’Ucraina ha cercato di impiegare al fronte tutti i sistemi occidentali da 155 mm ricevuti come aiuti, con la disponibilità di munizionamento di quel calibro giunto anch’esso dall’estero. Oggi l’Ucraina sta avviando (ancora modeste) linee produttive per detto calibro, e si sa di un accordo recentemente firmato con 2 aziende americane allo scopo di raggiungere, nell’arco di 3 anni, una capacità produttiva autonoma in tal senso, direttamente in territorio ucraino.

L’intento di dismettere i sovietici 122 mm e i 152 mm come calibri d’artiglieria è così chiaro che, del semovente autoctono da 155 mm 2S22 BOHDANA, del quale per anni è esistito soltanto un singolo prototipo (sebbene combat-proven), è stata avviata la produzione di serie, con un rateo di uscita di fabbrica pari a circa 6 esemplari al mese.

Parimenti, è stato recentemente confermato ciò che si sospettava da tempo circa l’MRLS autoctono VILKHA, ovvero che la sua produzione è in atto e che presto se ne vedranno anche versioni migliorate. Continua non essere chiaro, però, se il sistema venga prodotto in Ucraina o in qualche Paese confinante.

L'industria della Difesa ucraina produce anche munizionamento controcarro, veicoli blindati ruotati, componenti per MBT e IFV, droni, missili, ed equipaggiamento per la fanteria (elmetti, uniformi, ecc.). 

L'articolo completo, con tutti i dettagli, sarà pubblicato su Risk&Strategy WEEKLY 6/24, in uscita oggi.

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