RIVISTA ITALIANA DIFESA
Alcuni dettagli sull'affondamento della CAESAR KUNIKOV 15/02/2024 | Igor Markic

Continuano i guai per la Flotta Russa del Mar Nero.

La CAESAR KUNIKOV, nave da sbarco classe ROPUCHA, è stata difatti colpita e affondata a poche miglia dalla località di Alupka, nel sud della Crimea. L’evento è avvenuto alle prime ore di mercoledì 14 febbraio, e ha visto l’impiego di 3 droni marini (USV) ucraini MAGURA V5 (anche noti come SEA BABY). Dalla lunghezza di 5,5 m circa e dalla capacità di circa 500 kg di esplosivo, 2 degli ordigni hanno colpito la nave, rispettivamente, a dritta e a babordo, mentre il terzo ha monitorato la scena tramite una videocamera a infrarossi e fatto da ponte datalink di comando e controllo con gli operatori in remoto. Ignoti quanti dei circa 87 membri dell’equipaggio siano riusciti a salvarsi.

Nei mesi più recenti erano state confermate più volte le notizie circa un sostanziale sgombero dei porti (e anche delle acque crimeane) da parte delle Flotta Russa del Mar Nero, dopo una serie di perdite che, nei fatti, si registrano praticamente sin dai primi mesi di guerra e che hanno reso obbligatoria l’opzione di riparare il naviglio rimanente in relativamente più sicuri porti della Federazioni Russa (ehm… in realtà sembra che i russi oramai abbiano optato per ritirarsi anche dal porto del Novorossiysk, che, difatti, in passato non si è dimostrato affatto così sicuro…). Cosa ci faceva dunque la CAESAR KUNIKOV a largo di Alupka? La risposta è semplice. È noto che il famoso ponte dello Stretto di Kerch, benché riparato più volte dai numerosi danni subiti in diverse occasioni, non riesca a lavorare davvero a pieno ritmo per la logistica del dispositivo militare russo schierato non solo nella penisola, quanto anche sui fronti sud dell’Ucraina. Da una parte, difatti, il ponte continua ad essere occupato a garantire il traffico civile. Dall’altra, la minaccia di ulteriori attacchi su detto ponte rimane costante, soprattutto qualora vi debbano transitare carichi di munizioni, più che di personale e vettovaglie: le esplosioni che potrebbero derivare da un targeting fortunato ne risulterebbero amplificate con effetti che, a quel punto, diverrebbero difficilmente rimediabili. È così che i russi continuano ad utilizzare navi da sbarco per il trasporto logistico, soprattutto quando si parla di materiale esplodente. Le navi da sbarco, poi, non necessariamente abbisognano di porti (ben conosciuti e monitorati dagli ucraini per strike di opportunità) per le manovre di carico e scarico, e i russi difatti cercano di avvalersi di ordinarie spiagge per compiere queste attività (e Alupka è stata sempre famosa a livello turistico per la disponibilità di spiagge nel quadro della più generalmente frastagliata costa crimeana). I video delle esplosioni della CAESAR KUNIKOV fanno pensare che la nave fosse impegnata proprio in dette operazioni, perché abitanti nelle zone costiere hanno riportato sui social media di averne udite 5, e non 2. Esplosioni secondarie dovute al carico che abbiamo ipotizzato sono quindi possibili.

La CAESAR KUNIKOV l’aveva già fatta franca per il rotto della cuffia in occasione del bombardamento di Berdyansk del 24 marzo del 2022, quando un missile TOCHKA ucraino aveva obliterato la nave da sbarco SARATOV (classe TAPIR). L’esplosione che ne era derivata, difatti, aveva investito la CEASER KUNIKOV, che aveva patito qualche danno e la morte di un membro dell’equipaggio.

A quanto siamo, ora, di “score” delle perdite?

La Flotta Russa del Mar Nero ha cominciato la guerra con 8 o 10 navi da sbarco classe ROPUCHA (a seconda delle fonti) e 3 TAPIR. Adesso vi sono 3 ROPUCHA e una TAPIR in meno. Se si aggiungono a ciò le altre perdite riguardanti l’incrociatore MOSKVA, un sottomarino classe KILO, una corvetta classe TARANTUL III (il 1° febbraio 2024), una nave di supporto logistico e numerosi battelli riconducibili a naviglio minore, la stima è che la Flotta russa abbia perso attorno alle 25.000 t di dislocamento nei confronti di un Paese che praticamente non ha da tempo più una Marina, ma che, nonostante tutto, riesce a operare efficacemente con missili e droni di vario tipo (con una efficace strategia di contro-bolla, supportata da NATO, Americani ed Inglesi). Da notare come la Marina Russa nel suo complesso abbia ricevuto lo scorso anno un totale di sole 18.000 t di naviglio varato…

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