RIVISTA ITALIANA DIFESA
Il Bilancio della Difesa 2024: la lunga e difficile marcia verso il 2% 24/01/2024 | Pietro Batacchi

Il Bilancio della Difesa 2024 contiene sicuramente delle indicazioni positive. Questo vale sopratutto per le spese di ammodernamento dello strumento militare che proseguono la loro costante crescita e che godono dei benefici effetti del “fondo relativo all'attuazione dei programmi di investimento pluriennale per le esigenze di difesa nazionale”.

L’Italia, dunque, pur sempre con qualche ritrosia e ovattamento, sta cercando di mettersi in linea con i principali Paesi del mondo, tutti impegnati in un processo di miglioramento delle loro capacità militari, quanto mai necessario alla luce di scenari sempre più contestati e complessi, e ad alta sofisticazione.

Se vogliamo salvaguardare al meglio i nostri interessi vitali – a cominciare dalle catene di approvvigionamento – mantenere fede agli impegni in ambito NATO, continuare a dare un contributo rilevante alla stabilità internazionale ed essere competitivi nel mondo iper-competitivo, non ci sono alternative ad investire nella Difesa. Un investimento che ha un ritorno non solo in termini di sicurezza, ma anche in termini di resilienza e competitività industriale, e di presidio delle verticali tecnologiche: insomma, un investimento sul futuro e per il futuro.

Dallo stesso bilancio, però, emergono altre 2 pesanti incognite. La prima riguarda la situazione delle spese di esercizio, che continua ad essere drammatica. Per questo rilanciamo al Ministro Crosetto e al Governo la nostra proposta: aboliamo l'Ausiliaria e reimpieghiamo quelle risorse per creare un fondo ad hoc per, ad esempio, il mantenimento in efficienza dei mezzi ritirati dal servizio e per sviluppare laddove possibile la loro remotizzazione secondo il principio della massa e della ridondanza dei sistemi. L’altra incognita riguarda, invece, l’obbiettivo del 2% del PIL nel 2028. Una soglia che resta molto lontana e che, se verrà mantenuto questo trend di crescita della spesa militare, non potrà essere raggiunta entro quella data. Lo stesso Ministro Crosetto lo ha già fatto capire in più di un’occasione: il 2% potrebbe slittare a dopo 2028. Bisogna, dunque, fare di più, se effettivamente ci vogliamo mettere in regola, seppur con colpevole ritardo, con gli impegni assunti in ambito NATO. Detto questo, andiamo ad analizzare i numeri del bilancio Difesa di quest’anno.

L'articolo completo è pubblicato sul numero di RID di febbraio (RID 2/24), disponibile online e in edicola.

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