RIVISTA ITALIANA DIFESA
Yemen, Americani e Inglesi continuano a colpire. Ecco l’Operazione POSEIDON ARCHER 23/01/2024 | Pietro Batacchi

Americani e Inglesi sono tornati stanotte a colpire in Yemen attaccando una decina di obbiettivi - siti per il lancio di missili, installazioni della difesa antiaerea, depositi, magazzini, ecc. - nell’ambito di quella che è stata ridenominata Operazione POSEIDON ARCHER.

Nell'azione sono stati coinvolti navi e sottomarini di stanza nel Mar Rosso, che hanno lanciato missili da crociera TOMAHAWK, 4 caccia Eurofighter TYPHOON della RAF, decollati da Akrotiri (Cipro), che hanno impiegato bombe a guida satellitare/laser da 500 lb PAVEWAY IV, e caccia F/A-18E SUPER HORNET, scortati da un EA-18G GROWLER per la guerra elettronica, decollati dalla portaerei EISENHOWER. Le operazioni aeree sono state coordinate da un AWACS E-2C HAWKEYE (in foto), appartenente al gruppo imbarcato della stessa EISENHOWER.

Nell’area la ricognizione sugli obbiettivi, oltre che ai satelliti, è affidata ad (almeno) un aereo spia (SIGINT, Signal Intelligence) RC-135V RIVET JOINT, che opera dalla base di Al Udeid in Qatar (dove è di stanza la Componente Aerea del Central Command, CENTCOM, americano), un UAV per la ricognizione e la sorveglianza strategica RQ-4B GLOBAL HAWK, che opera dalla base di Sigonella, e un UAV REAPER, presumibilmente di stanza nella base saudita di Umm Al Melh.

L’obbiettivo di POSEIDON ARCHER è imporre un costo agli Houthi per i loro attacchi contro i traffici commerciali attraverso il Mar Rosso e modificarne di conseguenza il comportamento. Al momento questa strategia di diplomazia coercitiva non sta dando i risultati sperati, tanto che non è da escludere un’ulteriore estensione degli attacchi.

Del resto, quando si parla di Houthi si parla di un governo de facto che controlla più di 1/3 del paese – lo Yemen “utile” a parte Aden – e che ha un'infrastruttura istituzionale, governativa e militare estesa, articolata e ridondante. Gli obbiettivi di valore su cui applicare la leva coercitiva sono dunque veramente molti e diffusi su un territorio molto vasto: ecco perché una campagna aerea a così bassa intensità potrebbe non avere risultati significativi rispetto al conseguimento dell’obbiettivo di ristabilire la libera circolazione nel Mar Rosso.

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(Un Eurofighter TYPHOON della RAF, armato con 4 bombe a guida satellitare/laser da 500 lb PAVEWAY IV, fotografato in uno degli hangar della base RAF di Akrotiri, Cipro.)


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