RIVISTA ITALIANA DIFESA
L’AFSOC sperimenta nuove capacità per gli MQ-9 REAPER 19/01/2024 | Gabriele Molinelli

Nel dicembre scorso, il 27th Special Operations Wing (SOW) dell’Air Force Special Operations Command (AFSOC) ha portato a termine una campagna sperimentale con i velivoli a controllo remoto Medium Altitude, Long Endurance (MALE) MQ-9 REAPER nell’ambito del Air Force Special Operations Command’s Adaptive Airborne Enterprise (A2E).

Le nuove capacità operative in sviluppo sono pensate per scenari di guerra complessi, ad alta intensità, e sono parte del ri-allineamento delle priorità dell’AFSOC con la “fine” dell’era della Counter-Insurgency e il ritorno verso conflitti peer/near peer. In tale ottica l’MQ-9 è uno strumento importante ma, ad oggi, parecchio vulnerabile all’azione avversaria.

Gli esperimenti condotti alla base aerea di Cannon, in New Mexico, si sono concentrati su un’evoluzione della Ground Control Station e relativo sistema di commando e controllo. L’obiettivo è sviluppare un’interfaccia software di proprietà del Governo, associata ad un hardware più modulare, più mobile e facile da occultare. Invece di grandi container si punta ad una soluzione “componibile” che possa essere usata quasi ovunque, anche in ambiente urbano (dall’interno di edifici), e operata da veicoli o dalla stiva di un C-130.

Si sta inoltre lavorando affinché un singolo equipaggio (in futuro anche un singolo operatore) possa controllare più di un MQ-9, o anche formazioni miste di MQ-9 e altre piattaforme attraverso tutto lo spettro di dimensioni e capacità, dai piccoli UAV di classe 1, come l’RQ-11B RAVEN, ai grandi droni classe 5 come, appunto, il REAPER.

L'articolo completo, con tutti i dettagli, sarà pubblicato su Risk&Strategy WEEKLY 2/24 in uscita oggi.

(In foto: MQ-9 equipaggiato con pod subalare a 2 tubi per il lancio di dorni ALTIUS.)

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