
La Guerra in Ucraina si appresta a raggiungere il secondo anno, con una rinnovata situazione di equilibrio.
Un equilibrio frutto di fattori che si compensano e producono questo risultato: la superiorità tecnico-dottrinale e in campo ISR degli Ucraini è stata compensata dalla superiorità russa nel campo dell’Aviazione e delle “nuove” armi (missili a lungo raggio per gli elicotteri, bombe a guida satellitare per gli aerei, contromisure elettroniche, ecc.). In più gli Ucraini hanno progressivamente perso un altro dei loro punti di forza: la superiorità numerica, che aveva consentito di reggere ai Russi e di contrattaccare con successo nell’estate-autunno 2022 a Kharkiv e Kherson. I Russi stanno sfruttando il loro più ampio bacino di reclutamento, mentre Kiev adesso fa molta fatica a portare le risorse necessarie sotto le armi. Su queste colonne mettevamo in rilievo questa criticità già lo scorso settembre: Kiev ha un problema di risorse umane, molto grosso. La controffensiva partita a giugno è stato onerosa, sotto tutti i punti di vista, e alla fine non ha prodotto i risultati sperati: Tokmak è rimasta lontana e l’avvolgimento di Bakmhut è fallito. Le forze di Kiev hanno commesso un errore strategico: hanno attaccato principalmente dove i Russi erano più “duri” e forti, nel settore di Zaporizhzhia, dove la difesa era profonda, ridondante e ben organizzata. Probabilmente contavano sul fattore umano, pensando che i Russi mollassero, sbracassero. Non è stato così: le forze di Mosca hanno tenuto botta, appoggiandosi a una difesa tradizionale, ma contando su fattori che prima non avevano: più uomini, bombe e missili di precisione, un ISR un po' migliore, tanti droni, e gli effetti anche sulla logistica ucraina si sono sentiti, eccome. E poi, la riduzione, nel bel mezzo della controffensiva, del supporto occidentale. Ragioni politiche? Forse, ma soprattutto i limiti di un sistema logistico-industriale, quello euro-americano, settato per la pace e non per la nuova condizione della iper-competizione. Ecco, dunque, munizioni che non arrivano in quantità sufficienti, perché i pochi stock si esauriscono e il ramp-up è complicato, e i ricambi per i mezzi non ci sono. Prendiamo per esempio gli STORM SHADOW, fondamentali nella Campagna di Crimea, che stava dando importanti risultati, ma forniti politicamente a singhiozzo: da quasi 2 mesi non si vedono. Ma poi, anche qui, gli attacchi in profondità russi contro aeroporti – hangar, piazzole, depositi, ecc. - e infrastrutture hanno evidentemente avuto dei risultati. Non ultimo ricordiamo l’attacco del 15 dicembre con missili aero-balistici KINZHAL.
Sul terreno, i Russi hanno ripreso l'iniziativa ormai da un mese e mezzo, senza grandi risultati a dire il vero, anche a causa del fango, ma gli Ucraini sono sotto pressione tanto a Donetsk/Avdivka, quanto a Bakhmut e Kupyansk. L’aspetto più rilevante è che le forze russe, che nel 2022 non erano in grado di affrontare una guerra del genere, oggi lo sono: si sono adattate e hanno capacità che, 2 anni fa, semplicemente non avevano. Insomma, il 2023 si chiude sostanzialmente in pareggio. Le prospettive per il 2024 sono legate anche all’anno elettorale negli USA, mentre Putin mai come adesso appare tonico e in forma. In giro c’è stanchezza, Gaza oscura l’Ucraina, e si fa strada la voglia di...tirare una riga sul terreno. Poi si vedrà.