
Le operazioni terrestri israeliane a Gaza hanno ormai scavallato il primo mese e mezzo. Pezzettino, dopo pezzettino, le IDF continuano a sottrarre terreno alle organizzazioni palestinesi, Hamas in primis, ma le battaglie sono dure e le perdite rilevanti.
Dalla ripresa delle ostilità dopo la fine della tregua, l’Esercito Israeliano sta pagando un prezzo molto alto in termini di caduti, che oggi hanno raggiunto quota 118. L’epicentro degli scontri coinvolge al momento 3 centri: nel nord, Jabalyia e la parte centro-orientale di Gaza City; nel sud, Khan Younis. Dentro Gaza City, le IDF stanno cercando di consolidare le loro posizioni nei quartieri di Rimal, Sheick Radwan e Zeitoun, ma in queste zone si segnalano ancora attacchi da parte dei gruppi palestinesi, segno che il terreno non è ancora “pulito”. Le battaglie più dure si stanno combattendo però nel quartiere di Shushaya, storica roccaforte di Hamas, dove negli ultimi giorni si sono registrate le perdite più alte per le IDF, a causa soprattutto di IED. Stesso spartito anche a Jabalyia dove le forze israeliane stanno incontrando molte difficoltà ad avanzare all’interno dell’area urbana.
Nel sud, le IDF hanno stanno procedendo all’accerchiamento di Khan Younis e stanno stringendo il cerchio attorno al centro cittadino. E’ chiaro che più si avanza in profondità nei complessi urbani, maggiore è la resistenza e maggiori sono le minacce: trappolamenti esplosivi, imboscate, cecchini, ecc. E questo vale sopratutto per le aree più densamente popolate, meno toccate dagli attacchi arei e di artiglieria (per, evidentemente, contenere per quanto possibile le perdite tra i civili), dove in alcuni casi fanteria, paracadutisti e commando si ritrovano ad operare senza l’appoggio dei carri MERKAVA e dei trasporto truppe pesanti NAMER, con tutti i rischi del caso dati dalla necessità di “pulire” edificio per edificio e di esporsi con minore protezione alle offese.
Insomma, questa è se vogliamo la fase più delicata e “ad alta intensità” della guerra, che potrebbe durare ancora qualche settimana. Gli Israeliani hanno 2 vantaggi: la superiorità tecnologico-militare e la mancanza per l’avversario di un retroterra logistico sicuro: senza quest’ultimo tutte le guerriglie sono destinate prima o poi a spegnersi. Intanto un primo risultato gli Israeliani lo hanno raggiunto: l’intensità degli attacchi con razzi sul territorio dello Stato ebraico è notevolmente diminuita. I lanci sono ormai sporadici, mentre le IDF continuano a scoprire e a distruggere depositi e riservette celati in ogni dove.