RIVISTA ITALIANA DIFESA
Gaza, Israele stringe la morsa a nord e inizia a spingere verso sud 20/11/2023 | Carolina Paizs

A Gaza siamo entrati nella 4a settimana di guerra. Durante gli ultimi giorni, il fronte più caldo è rimasto il blocco nord della Striscia, ma non sono mancati gli scontri al confine con il Libano e in Cisgiordania.

La scorsa settimana si è conclusa con la cattura da parte delle forze di Tel Aviv di tutta la parte occidentale di Gaza City, compresi il campo di Al Shati (zona nord-ovest della città) e il porto (poco più a sud, nella zona occidentale). Le forze israeliane hanno proseguito con alcune operazioni nei quartieri amministrativi di Rimal e Sheikh Ijlin, dove sembrerebbe che unità delle IDF, con l’ausilio della forza aerea, abbiano localizzato e distrutto circa 35 tunnel di Hamas, nonché alcuni depositi di munizioni e lanciarazzi. Da queste posizioni, nelle ultime 72 ore le IDF hanno continuato a spingere dalla costa verso il centro di Gaza City su più direttrici, tra cui quella principale, che parte dalla zona dell’ospedale di Al Shifa e prosegue in direzione est verso Qasr al Basha. Lungo quest’asse, si sono registrati degli scontri tra la 36a Divisione Corazzata delle IDF e alcuni miliziani di Hamas intorno al quartiere di Zeitoun. Il tentativo di stringere la morsa sulla città di Gaza e di procedere più in profondità verso i sobborghi orientali sembra essere inoltre confermato dall’invito all’evacuazione dei residenti dei quartieri di Tuffah e Shejaiya, effettuata da Tel Aviv questo fine settimana.

Alcune novità anche dall’ospedale di Al Shifa, dove continuano le perquisizioni. Sulla base di alcune dichiarazioni di IDF e Shin Bet, nonché di alcune immagini, sembra che si stato scoperto un tunnel di Hamas lungo 55 m e profondo 10 m, collocato sotto alla più ampia zona del complesso ospedaliero. Al momento, comunque, non sembrano esserci evidenze a conferma che il passaggio sia effettivamente parte dell’architettura del presunto Quartier Generale di Hamas.

Buona parte del blocco nord della Striscia continua, comunque, a essere sotto il controllo delle varie milizie palestinesi: è per questa ragione che proseguono gli scontri tra le 2 controparti per accaparrarsene il controllo. Le unità israeliane continuano a spingere da nord nel tentativo di procedere in profondità e di dividere le città di Beit Lahia e Beit Hanoun: questa mattina, in particolare, alcuni carri israeliani sono stati localizzati intorno all’ospedale Indonesiano, a sud delle 2 città. Dalla costa nord, invece, le IDF si stanno spingendo verso la periferia di Jabalya, dove alcune unità della 162a Divisione Corazzata hanno iniziato a eseguire operazioni mirate. Secondo le IDF, infatti, le brigate settentrionali di Hamas mantengono un centro di comando e controllo nella zona, nonché infrastrutture critiche per le loro operazioni militari. Proprio durante gli scontri in questo settore, sarebbero caduti altri 6 soldati israeliani, annunciati da una comunicazione nella giornata di sabato: il numero ufficiale si alza quindi a 66.Da sottolineare come, recentemente, i miliziani di Hamas abbiano concentrato gli attacchi sulle retrovie e sui fianchi delle formazioni israeliane: con l’estensione delle operazioni, infatti, le colonne delle IDF si sono inevitabilmente “allungate”, risultando più vulnerabili.

Durante gli ultimi 2 giorni, inoltre, le IDF hanno intensificato le operazioni lungo il confine con il blocco centro-meridionale della Striscia, guadagnando alcune posizioni. Tale avanzamento sembrerebbe confermare l’intenzione di Tel Aviv di preparare il terreno per le future operazioni anche nella parte sud, già anticipate dalla richiesta di evacuazione dei quartieri situati a nord e a est della città di Khan Yunis, che era già stata rivolta dalle forze israeliane lo scorso 15 novembre (si tratta, nello specifico, di Al Qarara, a nord, Bani Suheila e Abasan al Jadida, a est, e Khuza’a, a sudest).

Anche sul fronte nord, la situazione continua a essere caratterizzata dagli scontri tra i miliziani di Hezbollah e le forze di Tel Aviv. Solo nella giornata di sabato, si sono registrati almeno 13 attacchi con missili controcarro sul confine nord di Israele, di cui 7 rivendicati dallo stesso Partito di Dio. Le IDF hanno dichiarato di aver colpito le fonti di fuoco e alcune infrastrutture strategiche della controparte, effettuando bombardamenti con l’artiglieria e con il supporto dei caccia dell’Aeronautica. Questa mattina, inoltre, le milizie di Hezbollah hanno distrutto il sito militare israeliano di Biranit, situato ad appena un centinaio di metri dal confine libanese. In risposta, le forze israeliane hanno attaccato alcuni obiettivi nel Libano meridionale con elicotteri APACHE.

Da segnalare che, nelle ultime 48h, si sono osservati una decina di IFV YPR-765 dell’Esercito della Giordania in direzione del confine con la Cisgiordania. Con tutta probabilità, tale movimento sta avvenendo al fine di mettere in sicurezza il confine e prevenire il traffico di armi e di risorse “umane”, che spesso avviene tramite il fiume Giordano. Le violenze nei territori occupati, comunque, proseguono. Tel Aviv ha segnalato che, nella giornata di sabato, un attacco UAV mirato ha colpito il Quartier Generale di una milizia palestinese nel campo profughi di Balata, nella città di Nablus. 

In ultimo, da evidenziare anche l’episodio di ieri nel Mar Rosso meridionale, dove una nave cargo è stata sequestrata da alcuni ribelli Houthi (milizie yemenite sciite filo-Teheran). Il naviglio, comunque, non batte bandiera di Tel Aviv e, al momento, non sembra ci fossero cittadini israeliani a bordo.

Ulteriori dettagli e aggiornamenti su Risk&Strategy WEEKLY 37/23, in uscita venerdì 24 novembre.

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