RIVISTA ITALIANA DIFESA
Gaza, il punto sull’invasione 02/11/2023 | Pietro Batacchi

È entrata ormai nel sesto giorno l’invasione di Gaza da parte dell’Esercito Israeliano. La resistenza è molto dura, anche considerando il fatto che al momento gli Israeliani non sono penetrati massicciamente nelle aree urbane, ma operano soprattutto nei “vuoti” e nelle cinture esterne.

I miliziani di Hamas e della Jihad Islamica, sfruttando i tunnel, riescono a condurre imboscate con squadre armate di armi leggere e lanciagranate pesanti AL YASSIN 105 (fatti in casa) con testata in tandem: una tattica mordi e fuggi che sta imponendo un certo attrito alla forza di invasione che ha già visto cadere in battaglia una ventina di soldati. Per rallentare l’azione i miliziani usano anche IED e trappole esplosive, il fuoco dei mortai pesanti e i cecchini, e pure droni suicidi e piccoli quadricotteri per lo sgancio di granate (vedi foto a fine articolo). Le azioni di Hamas sembrano ben condotte e sembra pure che funzioni il coordinamento con la Jihad Islamica: del resto si parla di personale abituato a muoversi e colpire in autonomia anche in assenza del collegamento con il comando e controllo. Le IDF al momento stanno avanzando lungo 2 assi (vedi cartina a fine articolo). Il primo, quello settentrionale, per chiudere Gaza City da nord e cercare di tagliare Beit Lahia e Beit Hanoun dalla stessa Gaza City. In questo momento lo sforzo principale è ovest e ad est di Beit Hoanun – ricordiamolo, tradizionale roccaforte di Hamas -nel chiaro tentativo di circondare la cittadina, la cui massa urbana non supera 1,5 km di larghezza.

Il secondo asse è quello meridionale, a sud di Gaza City,che si estende da Juhor ad-Dik alla costa: le forze israeliane sarebbero a meno di 1 km da Al Rashid street che corre, appunto, lungo la costa. Qui, per tutta la giornata di ieri si sono registrati scontri durissimi. Parallelamente a questo sforzo principale, si conducono raid “misti” (commandos, forze speciali, parà e Shin Bet) dentro le aree urbane: raid mirati e puntuali. Raggiunto l’obbiettivo si rientra nella “comfort zone”. Di stamani, la notizia, data dal braccio mediatico di Ezzedin Al Qassam, di una puntata corazzata delle IDF (6 MERKAVA e 4 bulldozer D9) a est di Khan Younis, nel sud della Striscia. Khan Younis è un'altra delle storiche roccaforti di Hmas. 

Secondo una nostra valutazione, al momento le forze israeliane avrebbero dentro la Striscia circa 20.000 uomini: reparti della 7ª, 118ª e 401ª Brigata corazzata, delle Brigate di fanteria GIVATI (praticamente a pieno organico), NAHAL e GOLANI, elementi della 89ª Brigata commando OZ e della 35ª Brigata paracadutisti (101° Battaglione COBRA), più il Genio e le forze speciali.

Per quanto riguarda il secondo fronte con il Libano, continua lo spartito che abbiamo visto in tutti questi giorni. Hezbollah lavora principalmente con i team anticarro contro le postazioni lungo il confine, le IDF rispondono con artiglieria e droni, e con qualche attacco aereo. Domani parlerà Nasrallah, Segretario Generale di Hezbollah. Da giorni l’ala mediatica del Partito di Dio sta “pompando” l’evento.

Sgancio di una granata da un piccolo drone commerciale su unità IDF nel nord di Gaza:

Cartina che mostra la situazione sul terreno al 1° novembre (WarMapper):

 

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