RIVISTA ITALIANA DIFESA
Gaza, Israele espande le operazioni terrestri 29/10/2023 | Pietro Batacchi

Iniziate su più larga scala nella notte tra il 27 ed il 28 ottobre, le operazioni terrestri israeliane nella Striscia di Gaza sono in via di espansione.

In particolare, le IDF sembrano aver consolidato la propria presenza nel nord di Gaza, lungo 3 direttrici: verso Beit Hanoun e Beit Lahia, e lungo la fascia costiera dove i MERKAVA della 401ª Brigata corazzata sono avanzati per 3 km.

Beit Hanoun, pesantemente colpita e livellata dall’Aeronautica israeliana in 3 settimane di attacchi aerei, e Beit Lahia sono tradizionalmente 2 roccaforti di Hamas e sono di fatto i 2 bastioni a protezione della cintura nord di Gaza City. Gli Israeliani impiegano carri MERKAVA, assaltatotri cingolati del Genio PUMA e bulldozer D9, mentre la fanteria garantisce la protezione sui fianchi e gli UAV la ricognizione armata: onnipresente e persistente. Si cerca di pulire il più possibile l’area e di “chiamare” fuori dai “buchi” i miliziani di Hamas per colpirli poi con il fuoco di precisione dell’artiglieria, impiegando sopratutto i razzi guidati ACCULAR sparati dagli MLRS MENATETZ e dai lanciarazzi 6x6 PULS (freschi di ingresso in servizio), e gli elicotteri d’attacco APACHE. I Palestinesi rispondono con cecchini e armi controcarro, KORNET e AL YASSIN, con tiri di mortaio e pure con i droni suicidi fatti in casa AL ZOUARI. La resistenza sembra dura, e per tutta la giornata di oggi sono stati segnalati scontri in quest’area, compresa un’imboscata di miliziani di Hamas, condotta attraverso un tunnel nell’area del valico di Erez e, pare, neutralizzata. Non si ha idea delle perdite nei rispettivi campi anche se stanotte almeno 2 soldati delle IDF sono stati feriti gravemente, vittima di un IED, ed evacuati.

Tra il 27 e il 28 ottobre le IDF sono entrate anche nel settore centrale della Striscia, Al Burej, ma pare che l’incursione si sia poi conclusa con il rientro dietro la barriera che separa il territorio dello Stato Ebraico da Gaza. L’obbiettivo dei Comandi israeliani potrebbe essere preparare il terreno per un'operazione più vasta e profonda oppure agire in maniera più progressiva e metodica cinturando via, via i centri abitati, condurre incursioni con forze speciali e commando, e colpire con artiglieria e droni. Il concetto è quello del kill box: più sei vicino all’avversario migliore è la tua intelligence e più efficace è il tuo fuoco su obbiettivi puntuali e dinamici. Insomma, da dentro si rischia di più, ma sia ha più grip sul dispositivo avversario. Naturalmente per fare questo occorre tempo, ma Israele questa volta tempo ce l’ha ed è disposta ad accettare un rischio che prima del 7 ottobre 2023 sarebbe stato inimmaginabile.

Intanto, sul fronte nord, oggi è stata una giornata di scontri, forse una delle più dure fin qui: Hezbollah attacca con mortai e lanciando missili anticarro contro le postazioni israeliane lungo la Linea Blu, e lanciando qualche razzo (pochissimi...considerando la vastità dell’arsenale del Partito di Dio; su questo imperdibile approfondimento su RID 12/23). Nel pomeriggio di oggi sono stati lanciati una ventina di razzi verso Kiriyat Schmina, Naharyia e Beeri: in gran parte intercettati o ricaduti in aree aperte, mentre 2 hanno colpito alcune abitazioni a Kiriiyat Schmona, ma senza fare vittime. Israele risponde soprattutto con artiglieria, che dimostra tempi di reazione pazzeschi ed un’ottima integrazione con i droni, con raid aerei mirati e con strike preventivi di UAV in orbita costante e persistente. Per ora siamo sulla proporzionalità: per ora...

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