RIVISTA ITALIANA DIFESA
Il proiettile esplosivo-incendiario MDZ 26/10/2023 | Igor Markic

Fin dai tempi dei combattimenti lungo la linea di contatto del Donbas fra il 2014 e il 2022, un proiettile antiaereo per mitragliatrici pesanti sviluppato dall'Unione Sovietica, l’MDZ (e la sua variante MDZ-M), ha assunto, da parte di tutti i contendenti, un ruolo distintivo in impieghi terrestri. Ciò si è puntualmente riconfermato a seguito dell’invasione del 24 febbraio 2022. Munizione unica nel suo genere, l’MDZ presenta peculiarità (e rischi) che vale la pena approfondire.

Nel contesto ucraino, l’MDZ venne notato per la prima volta alla fine del 2014, e di nuovo nella primavera e nell'estate 2015 durante i combattimenti tra le forze governative e quelle separatiste nelle coste nord-orientali del Mar d'Azov. La munizione, venendo impiegata in modo molto diverso dal suo scopo originale, balzò all’attenzione grazie a resoconti da parte di combattenti di tutte le parti in causa, che si soffermavano su come il rispettivo avversario facesse uso di proiettili per mitragliatrice di tipo “esplosivo”.

Dopo un picco del suo utilizzo nei periodi accennati, l’MDZ divenne di raro impiego, per conoscere una nuova “rinascita” nel corso del 2019, su varie aree di quella che allora costituiva la linea degli accordi di Minsk. Nell’attuale conflitto, questo particolare tipo di proiettile sta vivendo un analogo intermittente utilizzo, facendo la sua comparsa in un determinato luogo, per poi non essere più usato per mesi, e quindi ricomparire nuovamente in altre zone. Si sono dati d’altro canto casi in cui l’MDZ è rimasto a lungo una caratteristica di combattimenti aventi luogo in specifiche aree, magari con “pause” di alcune settimane o mesi, per infine ritornare ad essere impiegato. In definitiva, non è affatto chiaro se vi siano unità che richiedono specificamente proiettili MDZ, o se essi vengano distribuiti casualmente attingendo a scorte che si attivano ogniqualvolta ci si avvicini a momenti di esaurimento delle munizioni. Probabilmente si verificano entrambi i casi.

Sviluppato presso il complesso industriale di Ulyanovsk (attualmente nella Federazione Russa) l’MDZ (Mnogovenngo Deystviya Zazhigatelnyy) è stato introdotto, nella sua forma originaria, addirittura nel 1943. Migliorato più volte nel corso dei decenni successivi, combina effetti esplosivi e incendiari in un singolo proiettile, difatti rientrando nella categoria delle munizioni HEI (High Explosive-Incendiary). La caratteristica saliente per raggiungere detto effetto è dovuta a un ingegnoso sistema che si basa sulla deformazione del proiettile all’impatto, al fine di “rompere” una capsula di aria compressa, la quale, a sua volta, innesca una carica esplosiva PETN (cioè di pentrite) attraverso la pura forza dall’improvvisa dispersione d’aria.

Disponibile in 2 calibri, 12,7 mm (12,7x104 da non confondersi con il 12,7x99 della Browning M-2) e 14,5 mm (14,5x114) per mitragliatrici pesanti (e, in teoria, per fuciloni anticarro di epoca sovietica, ancora utilizzati nel conflitto in Ucraina), la produzione di MDZ continua oggi in diversi Paesi. Vi sono essenzialmente 3 modelli principali e 2 varianti delle munizioni, sotto forma di MDZ sia per il 12,7 mm che per il 14,5 mm, e dell’accennata variante MDZ-M per il solo 14,5 mm.

L'articolo completo è pubblicato su RID 11/23, disponibile online e in edicola.

 


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