RIVISTA ITALIANA DIFESA
Nuove capacità per la Marina Giapponese 26/10/2023 | Michele Cosentino

La scorsa settimana, il Ministero della Difesa giapponese ha reso noto quali sono i nuovi mezzi e sistemi in cui nei prossimi anni saranno investite risorse per la ricerca e lo sviluppo: sono ben 8 i programmi riguardanti la Marina Giapponese e lo scenario delle operazioni aeronavali, descritti in altrettanti documenti sintetici in lingua giapponese corredati da immagini concettuali.

Il primo programma è relativo a USV di dimensioni generose, che insieme a unità navali con equipaggio ed eventualmente in azione assieme a UUV, saranno chiamati a ingaggiare forze navali avversarie. I futuri USV nipponici potranno operare autonomamente, anche per operazioni a sciame.

Il secondo programma è relativo a un veicolo d’assalto anfibio a controllo remoto (Unmmaned Amphibious Assault Vehicle, UAAV), concepito per prendere terra su un’isola in mano a forze nemiche e assicurare la disponibilità di una testa di ponte prima dell’arrivo di una successiva ondata di sbarco formata da veicoli d’assalto anfibi tradizionali.

Nel campo della sistemistica, da segnalare il programma per un nuovo radar a scansione di fase, operante in banda S per scoprire e identificare bersagli aerei e missilistici a distanze elevate e in banda X per gestire i predetti bersagli a distanze ridotte, il tutto legato anche alle segnature radar di bersagli altamente veloci e manovranti.

I futuri cacciatorpediniere nipponici saranno equipaggiati con un nuovo sistema di gestione del combattimento (CMS): anche in questo caso, ci si affida al concetto della scalabilità “a salire”, ossia la capacità di gestire anche sistemi d’arma e sensori imbarcati successivamente, e alla presenza di algoritmi decisionali per soluzioni più rapide, a favore di equipaggi che sulle future unità navali nipponiche saranno sempre più ridotti per tener conto del decremento demografico che affligge il Giappone.

In tema di sistemi d’arma, oltre a sviluppare congiuntamente con gli Stati Uniti un Glide Phase Interceptor (GPI) imbarcato per fronteggiare missili balistici antinave e vettori HGV, è stato deciso anche lo sviluppo di un nuovo missile superficie-aria (al momento noto semplicemente come N-SAM), caratterizzato da un seeker capace di identificare e tracciare accuratamente HGV in volo a quote e velocità assai elevate anche con traiettorie irregolari e da thrusters ausiliari per migliorarne la manovrabilità durante la fase d’intercettazione. Un altro programma di ricerca e sviluppo riguarda un siluro antisiluro, un tipo di ordigno alla cui assenza nell’arsenale navale giapponese si rimedierà adattando il siluro TYPE 12 per ricavare un’arma in grado di contrastare i siluri di prestazioni avanzate in dotazione ai sottomarini nemici.

Ai programmi navali veri e propri per la Marina Giapponese si associa anche quello per un nuovo velivolo SIGINT, con cui sostituire gli EP-3 organici all’Aviazione Navale nipponica: la cellula da sviluppare sarà basata su quella del pattugliatore marittimi P-1, facendo anche uso di tecnologie legate all’intelligenza artificiale. La fase di sviluppo si protrarrà dal 2024 al 2031, seguita da prove da condurre fino al 2033.

Questo sostanzioso panorama di potenziamento capacitivo navale giapponese si è arricchito il 17 ottobre dalle prove - condotte dall’ Acquisition, Technology & Logistics Agency (ATLA) ente del Ministero della Difesa di Tokyo responsabile del procurement e della ricerca tecnologica - di un cannone elettromagnetico a rotaia (railgun) installato a bordo di un’unità navale della Marina Giapponese.

L'articolo completo, con tutti i dettagli, sarà pubblicato su Risk&Strategy WEEKLY 33/23 in uscita venerdì 27 ottobre. 

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