RIVISTA ITALIANA DIFESA
L’arsenale di razzi delle formazioni armate di Gaza 19/10/2023 | Igor Markic

È dai primi anni 2000 che la capacità bellica più importante delle formazioni armate palestinesi di Gaza è costituita dai razzi, a similitudine di quanto accade in Libano con Hezbollah.

Nel caso palestinese, Hamas si pone come l’attore con la più ampia disponibilità in tal senso. Sebbene non abbia mai raggiunto i quantitativi di quella di Hezbollah, la varietà della sua panoplia razzi è meritevole di un’analisi (in questa sede non verranno menzionati i sistemi IRAM, in quanto di gittata troppo corta per l’uso “strategico” che invece viene garantito dai razzi). Cominciamo dividendo questo “materiale” in 2 grandi famiglie: razzi che potremmo definire “ortodossi” e quelli definibili come “artigianali”. Questi ultimi sono quelli che giornalisticamente vengono spesso indicati come QASSAM.

In realtà, ne esistono una gran varietà di modelli (non solo riferibili ad Hamas), che channo una serie di carattersitiche in comune: la fabbricazione “fatta in casa” (letteralmente), cosa che determina la difficoltà di ingaggiarne con successo i centri produttivi; la concezione, incentrata su un tubo metallico, il quale ospita sia il propulsore che l’esplosivo, con l’aggiunta di 4 alette di stabilizzazione posteriori e di una spoletta sulla parte conica anteriore (talvolta assistita da un’asta metallica allo scopo di attivare la spoletta prima dell’impatto dell’intero corpo del razzo, in modo da determinare un effetto “spazzante” nella proiezione delle schegge); l’utilizzo dell’esplosivo, a volte ricavato da munizionamento israeliano inesploso, ma più spesso composto da nitrourea, ammonite, o anche TNT; ecc. Tutti i razzi artigianali condividono le stesse limitazioni tecniche. Tra queste, la mancanza di reale standardizzazione non soltanto fra i diversi modelli, quanto anche fra singoli ordigni; una conseguente imprecisione, dovuta all’irregolarità delle traiettorie; alti ratei di mancata attivazione delle spolette, e così via.

E’ così che, grazie a un traffico più o meno noto (costituito da tunnel sotterranei, aggiramento del blocco navale, ecc.), Hamas e le maggiori formazioni armate di Gaza sono giunte a equipaggiarsi, in misura sempre crescente, con quelli che sopra abbiamo definito razzi “ordinari”, a cominciare dalle serie FAJR e ARASH iraniane. I razzi ortodossi presentano, com’è facilmente intuibile, molteplici vantaggi rispetto a quelli artigianali, a cominciare da una maggiore sicurezza complessiva nel loro utilizzo, una più remunerativa potenza esplosiva (dispongono infatti di materiale realmente military-grade), un’estesa shelf life, e una maggiore precisione. In ogni caso, indipendentemente dal loro carattere ortodosso o artigianale, i razzi delle formazioni basate a Gaza dovrebbero annoverare fra i 7.000 e 10.000 esemplari.

L'articolo completo sarà pubblicato su Risk&Strategy WEEKLY 32/23 in uscita venerdì 20 ottobre. 

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