RIVISTA ITALIANA DIFESA
L'Esercitazione NATO TIGER MEET 23 11/10/2023 | Andrea Mottola

Come noto, presso la base aerea pugliese di Gioia del Colle, sede del 36° Stormo Caccia dell’Aeronautica Militare, è in corso l’esercitazione internazionale NATO TIGER MEET 23 che vede le Forze Armate di 12 Paesi addestrarsi fino al 13 ottobre. La NATO TIGER MEET – che ogni anno dal 1960 fa incontrare i gruppi di volo delle diverse Forze Armate nel cui stemma è presente una tigre – si è svolta per la prima volta in Italia nel 1973 presso la base di Cameri, per poi tornarvi nel 1980 e nel 1988. A distanza di 35 anni, l’Italia ospita nuovamente questo importante meeting addestrativo internazionale, anche in concomitanza con i festeggiamenti per il Centenario dell’Aeronautica Militare.

Il 9 ottobre è partita la seconda settimana di esercitazioni, che prevede una media di 110 sortite giornaliere, laddove la prima ha visto l’esecuzione di 457 sortite, per un totale di oltre 670 ore di volo. RID ha avuto la possibilità di assistere alle operazioni di decollo e atterraggio dei vari velivoli, nonché di approfondire alcuni aspetti operativi, logistici e organizzativi di quello che rappresenta un evento addestrativo di grande importanza ma anche di complessa gestione.

Con l’obiettivo di massimizzare l’integrazione e l’addestramento dei reparti di volo sia ad ala fissa sia ad ala rotante, in un contesto internazionale e a valenza interforze, l’esercitazione ha visto il rischieramento a Gioa del Colle di circa 70 aerei e 10 elicotteri appartenenti a 18 gruppi volo di Forze Armate provenienti da Paesi NATO e alleati e, nello specifico: Austria (1° Stormo su caccia TYPHOON), Belgio (31° Stormo su cacciabombardieri F-16A/B MLU), Repubblica Ceca (211° Squadrone su caccia JAS-39C/D), Francia (Marina con 11ª Squadriglia su caccia RAFALE M e 4ª Squadriglia con una coppia di E-2C, Aeronautica con 1/30 Squadrone su caccia RAFALE B/C e cacciabombardieri MIRAGE 2000D ed Esercito con 3° Squadrone elicotteri d’attacco Sa-342M e TIGRE), Germania (51° Stormo su bombardieri tattici TORNADO ECR/IDS e 74° Squadrone su caccia TYPHOON), Grecia (335° Stormo su cacciabombardieri F-16C/D), Polonia (6° Squadrone su cacciabombardieri F-16C/D), Portogallo (301° Stormo su cacciabombardieri F-16A/B MLU), Svizzera (11° Stormo su cacciabombardieri F-18C/D, Turchia (190° Stormo su cacciabombardieri F-16C/D) e Ungheria (59° Squadrone su caccia JAS-39C/D). A tale ampia e variegata componente va aggiunta la partecipazione di un velivolo E-3A SENTRY AWACS appartenente al Flying Squadron 1 della NATO Airborne Early Warning and Control Force, anch’esso membro della Tiger Association, rischierato presso il 37° Stormo di Trapani e di un Learjet LJ-35A dell’azienda tedesca GFD equipaggiato con pod TSP montato su pilone subalare sinistro per la simulazione di tracce radar di velivoli e missili.

Per quanto concerne l’Italia, l’Aeronautica Militare partecipa con i suoi 2 membri della NATO Tiger Association: il 12° Gruppo Volo del 36° Stormo su caccia TYPHOON e il 21° Gruppo Volo del 9° Stormo di Grazzanise su elicotteri HH-101A. Ad essi, si uniscono gli U-208 del 60° Stormo di Guidonia, presenti presso l’Aeroporto di Gioia del Colle, un sistema di difesa aerea SIRIUS appartenente al 2° Stormo di Rivolto e rischierato in Calabria (unitamente a 3 simulacri gonfiabili), nonché una componente FS composta dai Fucilieri dell’Aria del 16° Stormo di Martina Franca e dagli Incursori del 17° Stormo di Furbara. A supporto dell’esercitazione, per l’Aeronautica Militare, sono anche un coinvolti un velivolo da trasporto tattico C-130J della 46ª Brigata Aerea di Pisa, oltre ad un G-550 CAEW, con capacità di comando e controllo e ad un KC-767 per rifornimento in volo, appartenenti al 14° Stormo di Pratica di Mare.

A testimonianza della connotazione interforze dell’esercitazione, l’Italia (e non solo, come visto nel caso francese) impiega anche mezzi e reparti provenienti da Marina ed Esercito. La Marina Militare sta impiegando il cacciatorpediniere lanciamissili classe ORIZZONTE CAIO DUILIO, operante come assetto di difesa antiaerea, e 2 Joint Terminal Attack Controller (JTAC) della Brigata SAN MARCO, mentre l’Esercito Italiano ha fornito un fondamentale supporto logistico e operativo, di concerto con l’attività di coordinamento, supporto e di sincronizzazione con il territorio effettuato dal 36° Stormo, senza il quale “un evento di simili dimensioni e con numeri da record – circa 80 velivoli di varie tipologie e oltre 1.300 tra uomini e donne con relative provenienze geografiche e culturali - sarebbe impossibile da organizzare”, come evidenziato dal Capo di Stato Maggiore dell’AM, Gen. Luca Goretti. Oltre alle attività di volo, la TIGER MEET sta, quindi, consentendo all’Aeronautica di testare tutte le capacità e le funzioni abilitanti collegate al compito di Air Basing per la NATO.

Dal punto di vista addestrativo, le TIGER MEET sono esercitazioni da sempre incentrate sulle operazioni di difesa aerea a tutto tondo, implicando conseguimento e mantenimento superiorità aerea, l’interdizione e la soppressione/distruzione delle difese aeree nemiche. Durante questa edizione, tuttavia, sono state affinate ulteriormente procedure relative a compiti diversi, quali targeting dinamico tramite il coinvolgimento di JTAC, inserimento ed esfiltrazione di forze terrestri tramite elicotteri e supporto a FS, mentre la parte relativa al “dominio spaziale – in particolare la IMINT per attività di intelligence e di battle assessment - dovrebbe essere inserita nella prossima edizione della TM, come affermato dal Colonnello Vito Cragas (Direttore dell’Esercitazione), assieme alla partecipazione degli F-35 che, in questo caso, non è stata possibile a causa dell’impegno dei LIGHTNING II italiani nella missione di Air Policing in Polonia che ha sottratto alla flotta AM la componente che sarebbe stata impiegata nella TM 23.

Dal punto di vista operativo, l’attività di volo è strutturata principalmente su 2 sessioni giornaliere: una principale, effettuata la mattina, durante la quale vengono impiegati tutti i velivoli in una missione COMAO (Composite Air Operation), seguita da una parte pomeridiana, dove vengono eseguite missioni complementari, quali Electronic Warfare, Basic Fighter Manoeuvring, Air Combat Manoeuvring e Slow Mover Interceptor. Tali attività vengono svolte all’interno dello spazio aereo calabrese, lucano e pugliese (aree Donald ed Eolia), interessando anche le aviosuperfici di Sibari, Pisticci e Crotone, utilizzate per perfezionare l’interoperabilità degli assetti in missioni di difesa e interdizione aerea, di supporto aereo ravvicinato alle truppe a terra (CAS) o di ricerca e soccorso di personale in ambiente ostile (C/SAR e personnel recovery). Oltre alle aree geografiche menzionate, alcune attività dell’esercitazione (soprattutto ingaggi BVR o Stand-OFF) vengono effettuate all’interno dello spazio aereo tirrenico situato ad est della Sardegna (aree Justin e Star), con il diretto coinvolgimento del poligono EW di Salto di Quirra. In generale, l’enorme spazio addestrativo utilizzato dalla TM – ma anche da precedenti esercitazioni internazionali, quali le FALCON STRIKE – rappresenta un plus che poche altre Forze Aeree hanno in Europa e che consente di addestrarsi su un ampio spettro di missioni, incluse quelle che implicano la copertura di lunghe distanze (attacchi stand-off e intercettazioni BVR).

Per quanto riguarda il futuro, è certo che non passeranno altri 35 anni prima che l’Italia ospiti nuovamente la TIGER MEET. Nel 2027, infatti, il nostro paese sarà ancora teatro di questo prestigioso evento che, nei desiderata dell’Aeronautica Militare, dovrebbe svolgersi a Decimomannu, sfruttando appieno il citato spazio aereo tirrenico, nonché gli ampi e avanzati poligoni presenti in Sardegna.

Galleria fotografica a cura di Aeronautica Militare e Andrea Mottola.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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