RIVISTA ITALIANA DIFESA
Israele-Hamas, il punto della situazione 10/10/2023 | Carolina Paizs e Tommaso Massa

Nelle ultime 48 ore sono proseguite le operazioni di evacuazione delle località adiacenti alle recinzioni di sicurezza che delimitano Gaza. Le IDF hanno affermato di aver schierato circa 100.000 effettivi nella zona sud e di aver mobilitato 300.000 riservisti per continuare le operazioni di bonifica in tutte le aree limitrofe agli attacchi e incursioni da parte di Hamas.

Le Forze Israeliane confermano di essere ritornate in controllo di tutte le comunità del sud, anche se la situazione in alcune aree è ancora “fumosa”. Non sembrano esserci novità sulla città di Magen, situata nella zona sud del confine tra la Striscia di Gaza e Israele, dove domenica si erano registrati pesanti scontri a fuoco. Lo stesso vale per la località di Ofakim, a una decina di chilometri a est di Magen, dove fino almeno alla mattinata di ieri sono continuati i combattimenti.

Se a ieri sera la situazione sembrava poco chiara anche a Be’eri, vicino al confine orientale con la Striscia di Gaza, le ultime notizie della mattina di oggi ci indicano che le IDF sono riuscite a entrare nel Kibbutz, dove sono stati ritrovati almeno 108 corpi di Israeliani uccisi dai terroristi di Hamas.

Nella notte sono continuati scontri nella città di Sderot, sul confine nord-orientale. La località, che già nel primo pomeriggio di ieri era stata attaccata da Hamas con il lancio di una novantina di razzi, sembra essere stata – secondo le ultime notizie di stamattina – nuovamente bersagliata da una raffica di razzi. Da segnalare salve di missili nella giornata di ieri anche contro Ashkelon (sembra sia stata colpita la centrale a carbone Rutenberg), Tel Aviv (zona sud e Aeroporto) e Gerusalemme.

Sempre nella notte i Palestinesi sono riusciti a infiltrare uomini verso la città di Kfar Aza, sul confine orientale, e verso Zikim, a nord, dove ieri si erano già registrati alcuni scontri tra l’Esercito Israeliano e un commando di Hamas, a seguito del tentativo di quest’ultimo di infiltrarsi nell’aerea via mare.

Parallelamente, in tutta Gaza sono in corso continue ondate di bombardamenti da parte dell'Aeronautica Israeliana contro obiettivi come centri di stoccaggio e produzione di armamenti, centri di comando e controllo, siti per il lancio di razzi e depositi di munizioni. Secondo gli ultimi bilanci delle IDF – almeno fino a ieri – gli obiettivi colpiti sarebbero più di 1.200.

Inoltre, sempre secondo quanto comunicato dalle IDF, gli Israeliani starebbero minando varie aree di confine per evitare ulteriori penetrazioni da parte di Hamas, a conferma che l’azione palestinese è riuscita a provocare un danno significativo al sistema di controllo e monitoraggio israeliano.

Sul fronte nord, dove sono dirette parte delle riserve menzionate in apertura, la situazione è ancora molto tesa. Proprio lungo la Blue Line che separa Israele e Libano si sono registrati alcuni bombardamenti con artiglieria, razzi e mortai. Inoltre, a seguito dell’infiltrazione di alcuni miliziani non identificati (Hezbollah nega il coinvolgimento) nell’area di Adamit, probabilmente penetrati in territorio israeliano attraverso i famosi tunnel disseminati lungo il confine, c’è stato uno scontro a fuoco tra i soldati delle IDF e i succitati miliziani: il bilancio provvisorio sembra essere fra i 6 e 9 morti tra i miliziani di Hezbollah e palestinesi (alcuni dei quali sarebbero stati uccisi a seguito di un bombardamento israeliano in territorio libanese), mentre si conta una vittima fra gli Israeliani (il Vicecomandante della brigata 300 dell'IDF, Tenente Colonnello Alim Abdullah). Da segnalare pure la presenza di elicotteri d’attacco israeliani che hanno colpito diversi posti di osservazione di Hezbollah in territorio libanese (aree di Marwahin e Boustane). Nella serata di ieri, ci sono stati invece scambi di artiglieria e razzi tra le IDF e Hezbollah. Quest’ultimo ha lanciato 5 razzi sulle basi israeliane di confine di Avivim e Paranit.

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