RIVISTA ITALIANA DIFESA
L’Australia mette a terra gli NH-90, una decisione che solleva più di una perplessità 03/10/2023 | Pietro Batacchi

La decisione del Governo australiano di mettere a terra l’intera flotta di 45 elicotteri MRH-90 TAIPAN presa nei giorni scorsi solleva più di una perplessità. E, di certo, non è una novità quando si parla di Australia e Difesa; basti pensare ai disastri compiuti in diversi programmi, a cominciare dai sottomarini COLLINS, per non parlare del clamoroso dietrofront nella cooperazione sui sottomarini con i Francesi, per abbracciare la lunga e complessa strada di AUKUS, senza dimenticare ciò che sta accadendo con le nuove fregate Type 26 (e i loro costi astronomici).

Tornando agli NH-90, la decisione è stata presa dopo il tragico incidente del 28 luglio 2023, quando un MRH-90 è precipitato in mare nei pressi di Lindeman Island durante l’Esercitazione TALISMAN SABRE 23 (vedi RID 10/23 pag. 54-57); ma, ecco la stranezza, le autorità non collegano la decisione all’esito delle indagini che sono ancora in corso e proseguiranno per tutto il 2024 quando, entro dicembre, dovrebbe peraltro avvenire il progressivo phase out/in tra gli stessi MRH-90 e gli HH-60 di nuova acquisizione. Considerando che al momento solo 3 HH-60 sono stati consegnati, ciò significa che da ora fino a fine 2024 il Paese dovrà far fronte a un vuoto di capacità operativa significativo e non contemplato quando era stata ipotizzata la procedura di sostituzione progressiva della flotta. Un bel problema per un Paese con queste ambizioni...

E ciò, pure alla luce di 2 ulteriori fattori: a seguito dell’incidente non è emersa nessuna problematica tecnica, come dimostrato dalle indagini effettuate da NHIndustries (NHI) e come riportato dalla stessa NHI, mentre, ricordiamolo, la flotta di MRH-90 ha accumulato dal 2007 ad oggi ben 60.000 ore di volo e l’Australia può vantare una capacità unica di MRO (Maintenance Repair & Overhaul) per la trasmissione a livello globale.

La sensazione, dunque, è che si sia ancora una volta di fronte ad una bizzarra scelta in materia di Difesa e sicurezza da parte degli Australiani, sempre in bilico tra fedeltà al club dei “Five Eyes” e l’inseguimento di ambizioni non commisurate alle effettive capacità del Paese.

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