RIVISTA ITALIANA DIFESA
LEOPARD 2 A8 per l'Italia, quale strategia industriale e sistemica? 28/09/2023 | Pietro Batacchi

Si sa, ormai la decisione sull’acquisto dei LEOPARD 2 A8 è stata presa e il programma ha una robusta parte di finanziamento allocata. Vedremo poi cosa accadrà in Parlamento, dove già negli scorsi mesi sono emerse delle critiche e delle perplessità, ma questa è un’altra storia. Concentriamoci adesso su quella che potrebbe essere una strategia di acquisizione virtuosa del mezzo a livello sistemico. Il primo aspetto, lo abbiamo già scritto molte volte, è che commesse come queste, molto onerose sul piano finanziario, dovrebbero inserirsi nel quadro di accordi G2G; lo si è fatto con l’Austria per l’AW-169M, a maggior ragione ce lo aspettiamo con la Germania per i LEOPARD 2.

E poi ci sono gli aspetti operativi e industriali. Il minimo ritorno possibile è una linea di assemblaggio in Italia. Ma non basta, un impegno finanziario del genere, in una congiuntura economica come quella attuale, richiede di più, molto di più, in termini di offset e ricadute.

Viene logico, dunque, pensare all’adozione, partendo dall’architettura aperta NATO GENERIC VEHICLE ARCHITECTURE (NVGA),di una vetronica italiana che comprenda, non solo C2D/N EVO e radio, ma anche ottiche e calcolatori, secondo il concetto del “riuso” dell’esperienza già maturata con il “carro veloce” CENTAURO II e con l’ARIETE AMV. Un modo per dare continuità industriale e di competenze a questa esperienza evitando che si creino discontinuità in vista della futura sfida del sistema carro di nuova generazione e, di quella più ravvicinata, dell’AICS (Armored Infrantry Combat System). Non dimentichiamo che, parlando di carri, il programma AMV ha permesso di riattivare competenze e una supply chain che sarebbe un peccato disperdere.

Non solo, ma si potrebbe pensare anche all’adozione in torre di un sistema counter-UAV, anche soft kill, o vogliamo andare in giro con i LEO2 A8 “agghindati” con gabbie e reti varie? In Ucraina abbiamo visto quanto sia letale anche per i carri la minaccia di droni e loitering.

Insomma, spazi e margini per ritorni ce ne sono, e le trattative con KMW stanno andando avanti in tal senso.

Infine, a chi obbietta che l’italianizzazione del LEO 2A8 allungherebbe di molto i tempi del programma, facciamo semplicemente notare che i Russi non ci invaderanno domattina e che per i prossimi 20 anni avranno altro a cui pensare. Per cui il tempo c’è. Usiamolo al meglio, tenendo bene a mente qual è l’interesse nazionale e quali sono gli scenari.


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