RIVISTA ITALIANA DIFESA
Francia, Germania e UK e i futuri elicotteri militari 25/09/2023 | Alessandro Marrone

La Guerra in Ucraina ha mostrato i punti di forza e di debolezza degli elicotteri militari in conflitti ad alta intensità e su larga scala. Ciò avviene mentre la maggior parte dei principali Paesi NATO deve ammodernare le rispettive flotte ad ala rotante, che negli ultimi decenni hanno sperimentato progressi tecnologici incrementali e limitati senza veri salti generazionali rispetto agli anni ’70. Gli Stati Uniti hanno deciso di investire molto nel programma Future Vertical Lift (FVL, che ha visto una delle 2 competizione, la FLRAA, Future Long Range Assault Aicraft, assegnata a Bell col convertiplano V-280 VALOR ndr) proprio per compiere questo salto, mentre il panorama dei maggiori Paesi è più cauto e variegato, (con la virtuosa eccezione dell'Italia, di cui abbiamo parlato anche recentemente su RID, ndr), come evidenziato in un recente studio dell’Istituto Affari Internazionali, IAI.

In Francia è già da alcuni anni in corso un processo di rinnovamento e razionalizzazione della flotta ad ala rotante, che passerà da un eterogeneo parco macchine di 12 modelli a uno basato su 3 pilastri: TIGRE come principale elicottero da combattimento, NH-90 per operazioni aviotrasportate, e H-160 sia per trasporto che per attacco. Tale processo si interseca con un più generale ri-orientamento del dispositivo militare francese, sancito nel 2022 dalla Revue Nationale Strategique e dalla Loi de Programmation Militaire, che mette in secondo piano le operazioni di contro-terrorismo e stabilizzazione per concentrarsi sui conflitti contro avversari alla pari o quasi, e quindi scenari ad alta intensità e su larga scala. La sintesi tra le 2 dinamiche non è ancora chiara. Per ora il principale nuovo progetto di sviluppo e procurement è il Next Generation Utility Helicopter, che dovrebbe rimpiazzare PUMA, CARACAL, COUGAR e forse NH-90, ma al momento il grosso degli investimenti va alla modernizzazione del TIGRE. Per Parigi sarà centrale il ruolo di Airbus e della cooperazione intra-europea, come si evince anche dall’impegno francese nel progetto UE Next Generation Rotorcraft Technologies finanziato dal European Defence Fund (EDF), che vede una co-lead, appunto, di Airbus e di Leonardo.

La Germania sembra tuttavia prendere una strada diversa da quella francese, a partire proprio dalla recente decisione di non partecipare alla modernizzazione del TIGRE insieme a Francia e Spagna. Berlino sta cercando al tempo stesso di colmare i gap delle proprie Forze Armate per essere all’altezza del quadro strategico e dei requisiti NATO, di cooperare con i partner in Europa a favore della base industriale domestica ed europea, e di condurre programmi di procurement che non vedano lievitare troppo costi e tempi. Un’equazione a 3 variabili di non facile soluzione nel campo elicotteristico, che beneficerà solo di una piccola parte dello stanziamento extra di 100 miliardi di euro deciso nel 2022. I fondi aggiuntivi andranno in parte per rimpiazzare gli elicotteri da trasporto pesanti Sikorsky CH-53 con i Boeing CH-47F, e in parte per il programmato del multiruolo utility/attacco H-145M. La decisione di non continuare sulla strada del TIGRE risponde alla ratio di efficacia ed efficienza sacrificando quella di cooperazione intra-europea. Allungando il più possibile il ciclo di vita della macchina verso il 2038, Berlino potrebbe considerare l’acquisto di un elicottero di nuova generazione frutto dei programmi di investimento statunitensi, per stare militarmente al passo con Washington in ambito NATO.

Oltre Manica, la flotta ad ala rotante britannica negli scorsi decenni è stata sostanzialmente plasmata sulle esigenze delle operazioni in Afghanistan e Iraq, per fornire mobilità, supporto logistico ed evacuazione medica, in particolare in condizioni di alte temperature e quote elevate. L’APACHE resta al tempo stesso il principale elicottero d’attacco in funzione anticarro, e Londra ha ordinato 50 nuovi AH-64E. Con il ritorno della Russia come minaccia principale e le lezioni preliminari identificate dal conflitto in Ucraina, Londra ha preso l’importante decisione di riorganizzare la propria componente elicotteristica, smettendo di distribuire le macchine tra le unità terrestri per fornire supporto alla manovra a livello attico. Gli elicotteri dell’Esercito Britannico sono stati riuniti, dunque, nella 1° Aviation Brigade con l’intento di essere impiegati in conflitti su larga scala contro avversari alla pari in modo più strategico, considerando anche il loro tasso di sopravvivenza. Quanto a procurement, si osserva una cerca continuità nel ricercare miglioramenti graduali piuttosto che salti generazionali, sostituendo i LYNX con i WILDCAT ed i SEA KING con i MERLIN – questi ultimi previsti in servizio fino al 2040 - modernizzando al contempo la flotta di CHINOOK e APACHE. Tuttavia Londra ha anche preso la leadership dell’iniziativa NATO Next Generation Rotorcraft Capability cui partecipano Francia, Germania, Grecia, Italia e Olanda, il che dimostra un certo interesse per sviluppi futuri e cooperazione intra-europea, ed ha siglato un accordo con gli Stati Uniti per lo scambio di informazioni sul Future Vertical Lift.

 

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