RIVISTA ITALIANA DIFESA
Gli Ucraini attaccano Sebastopoli: colpiti sottomarino e nave da sbarco 13/09/2023 | Pietro Batacchi

Gli Ucraini hanno messo a segno stamattina un colpo importante nella guerra delle retrovie contro i Russi. L’attacco ha colpito di nuovo Sebastopoli e, in particolare, un bacino di carenaggio dove sono rimasti gravemente danneggiati il sottomarino classe VARHAVIANKA (tipo KILO Avanzato, 636.3), ROSTOV SUL DON, e la nave da sbarco classe ROPUCHA, MINSK. Anche fonti russe confermano i gravi danni alle 2 unità di cui una, il sottomarino ROSTOV SUL DON, ampiamente utilizzata durante la guerra per il lancio di missili da crociera KALIBR contro bersagli in Ucraina. Sempre fonti russe, riportano che nell’attacco sarebbero stati impiegati 10 missili standoff STORM SHADOW e 3 droni. Impossibile trovare conferme oggettive a quanto riportato dai canali Telegram filorussi, ma qualche dubbio resta. Dieci STORM SHADOW significherebbe l’uso di almeno 5 Su-24 come piattaforme vettrici, in pratica tutta la flotta o giù di lì, più i Su-27 e i MiG-29 di scorta. Molto rischioso, anche tenendo conto di un mix tra esche ADM-160 MALD e missili "veri". Peraltro non c’erano stati utilizzi documentati di questi sistemi d’arma da oltre un mese, tanto da far pensare ad un esaurimento degli stock (anche temporaneo) o alla perdita/danneggiamento dei velivoli durante gli strike counter-force russi della seconda metà di luglio. Certo, lo STORM SHADOW potrebbe essere stato integrato anche su MiG-29 o Su-27, ma non lo sappiamo e comunque non è semplice. Riteniamo, allora, più probabili altre 4 ipotesi. La prima, un massiccio attacco con droni: gli Ucraini, anche grazie all’assistenza occidentale, ne stanno producendo di diverse tipologie, e pure la Antonov ha deciso di riconvertire in parte la sua produzione per abbracciare, appunto, anche i droni. La seconda, un attacco con bombe JDAM-ER. Questi ordigni, con una portata fino agli 80 km, sono stati integrati come noto su MiG-29 e Su-27 ucraini. Uno scenario, dunque, è che i velivoli si siano portati a “tiro JDAM” ed abbiano lanciato facendo strike. Non dimentichiamo che poco tempo fa un raid di forze speciali ucraino ha portato alla distruzione di un S-400 proprio in Crimea, e non è chiaro se il complesso sia già stato rimpiazzato o meno. La terza, un primo impiego dei missili balistici tattici ATACMS lanciabili dai lanciarazzi HIMARS e MLRS. Della fornitura degli ATACMS se ne parla con insistenza da qualche settimana, anche se ufficialmente il Pentagono non ha ancora comunicato nulla in merito. Però ricordiamo che quando ufficialmente Londra annunciò la fornitura degli STORM SHADOW, nella realtà questi erano già operativi… La quarta, l’impiego di missili antinave NEPTUNE modificati per il ruolo superficie-superficie. E’ noto che gli Ucraini stanno lavorando ad un aggiornamento in tal senso del NEPTUNE già da tempo. E tra le modifiche apportate ci sarebbe un nuovo seeker IR per il riconoscimento dell’immagine, considerando che l’originario seeker radar mal si presta all’attacco contro bersagli terrestri con poco contrasto radar. Infine, un’ultima considerazione. La Crimea è molto esposta all’ISR ed alla Guerra Elettronica americana e NATO, con assetti dedicati che operano costantemente sul Mar Nero: GLOBAL HAWK, REPAER, P-8; per citare solo le piattaforme conosciute: e gli UAV spia RQ-170 (ricordate, la bestia di Kandahar che apparve all’improvviso in Afghanistan)? I super-segreti RQ-180? Chissà... In ogni caso questa presenza costante facilita inevitabilmente l’audacia ucraina...


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