RIVISTA ITALIANA DIFESA
Il Maresciallo e lo Zar: Russia e Corea del Nord rafforzano la partnership 12/09/2023 | Pietro Batacchi

Il treno corazzato del leader nordcoreano Kim Joing Un, partito domenica da Pyongyang, è entrato in Russia, dove avverrà l’incontro con il Presidente Putin. Si tratta di un incontro molto importante che va inquadrato non solo nel contesto della Guerra in Ucraina, ma anche nel più ampio quadro dell’equilibrio geopolitico nell’Asia-Pacifico.

Ma andiamo per gradi. Per quanto riguarda il primo aspetto, Kim può dare una grossa mano allo Zar. La Guerra in Ucraina macina risorse come un rullo compressore e mette sotto pressione il complesso militare-industriale russo: c’è da tenere testa e pareggiare il supporto che l’Occidente offre costantemente a Kiev, con le aziende di Mosca che faticano a liberarsi di inefficienze e corruttele, tipiche di un sistema nepotistico-verticistico, dimostrando lentezza nell’adattamento. Certo, rispetto al disastroso avvio dei progressi ci sono stati, ma bisogna pensare nell’ottica di una guerra di lungo periodo. Ecco, allora, che la Corea del Nord può attingere agli enormi depositi accumulati in 70 anni di isolamento e “guerra fredda” con il Sud e fornire a Mosca soprattutto munizionamento di artiglieria – sfruttando il beneficio della comunalità dei calibri, tutti di origine ex sovietica – e missili balistici a corto/medio raggio. Quest’ultima è una vera specialità della casa con una competenza tecnica maturata in un trentennio di sviluppi che hanno fatto sì, tra l’altro, che Pyongyang abbia potuto “proliferare” questa competenza ad altri Paesi: Siria, Iran e Pakistan. L’arsenale balistico nordcoreano è oggi estremamente sviluppato e copre tutte le fasce, fino ai missili intercontinentali (serie HWASONG-14/15).

In cambio, il Maresciallo potrebbe ottenere diverse cose dallo Zar. Primo, supporto e copertura politica e, dunque, un potenziamento del proprio potere deterrente. Secondo, assistenza tecnica di diversi tipi. In campo nucleare, per esempio, l’aiuto di Mosca potrebbe consentire a Pyongyang di far progredire un programma che sta segnando il passo – basato com’è su un vecchio reattore tipo MAGNOX per la produzione del plutonio degli anni ‘50 – e che finora ha portato alla realizzazione, secondo le stime, di 6 test (l’ultimo nel settembre 2017) e 30-50 ordigni nucleari. In aggiunta, assistenza alla progettazione e realizzazione di sottomarini. Pochi giorni fa la Corea del Nord ha varato un nuovo sottomarino lanciamissili – un vecchio classe ROMEO sovietico ampiamente modificato - dotato di 4+6 pozzi per il lancio di missili da crociera (tipo HWASAL, con portata fino ai 2.000 km) e balistici (tipo PUKGUKSONG/KN-11/26), con portata fino a 1.9000 km, equipaggiabili all’occorrenza anche con testate nucleari. Al momento la Corea del Nord ha già in servizio un piccolo sottomarino lanciamissili, classe SINPO (derivato dai vecchi GOLF sovietici ma con influssi anche dei midget ex-yugoslavi), dotato di un pozzo per il lancio di un missile balistico a corto-medio raggio KN-11 (poco più di 1.000 km di portata). I Russi potrebbero, dunque, offrire supporto e assistenza a vari livelli facilitando la resa operativa dei battelli e i piani di espansione della flotta sottomarina di Kim. Non dimentichiamo che il ruolo degli uffici di progettazione russi è stato fondamentale anche per lo sviluppo del formidabile programma subacqueo cinese.

Infine, la Russia potrebbe fornire in cambio alla Corea del Nord cibo e derrate alimentari, di cui il Paese asiatico ha sempre un disperato bisogno, e pure petrolio e gas. Insomma, la cooperazione potrebbe essere proficua per entrambi.

Per quanto riguarda il piano geopolitico più ampio, è chiaro che nell’ottica del conflitto sino-americano il ruolo e l’importanza della Corea del Nord sono destinati a crescere, agli occhi tanto di Pechino quanto di Mosca. La Cina è “contenuta” da un sistema di alleanze e partnership che gli USA hanno messo in piedi in Asia-Pacifico nel corso degli anni e che stanno ulteriormente rafforzando. E proprio Mosca e Pyongyong costituiscono 2 eccezioni a questo sistema. Eccezioni che Pechino è costretta a “coltivare”.


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