RIVISTA ITALIANA DIFESA
La controffensiva di Kiev, alcune considerazioni 05/09/2023 | Pietro Batacchi

A 3 mesi dall’avvio, la controffensiva delle forze di Kiev potrebbe aver raggiunto un risultato importante nel settore di Zaporizhia.

Nella seconda metà del mese di agosto, infatti, gli Ucraini si sono incuneati tra il villaggio di Robotyne, lasciato definitivamente dai Russi tra fine agosto e i primi di settembre, e il villaggio di Verbove raggiungendo e, secondo diversi fonti, superando la seconda linea di difesa russa, ovvero la prima linea di difesa vera e propria del cosiddetto “sistema Surovikin”. Unità di fanteria ucraine, appartenenti all’82a Brigata d’Assalto Aereo, sono state localizzate nei pressi della prima linea di trincee russe del suddetto sistema (in blu), situata circa 1,3 km oltre le trincee anticarro e le linee di “denti di drago” (in rosso) e 2,5 km a est di Verbove. Ulteriori truppe ucraine sono presenti lungo le file di alberi che costeggiano la strada che approccia Verbove da nordovest, a circa 1,3 km a nordest dalle altre unità sopracitate (entrambe le geolocalizzazioni sono indicate dalle “croci” rosse sulla mappa). Ancora non è chiaro quale sia la reale entità di tale superamento, sia in termini di dimensioni che di unità coinvolte, considerando che tale linea di difesa dovrebbe avere una profondità di 2-3 km.

Questo è un aspetto molto importante perché al momento gli scenari sono 2. Il primo, diciamo quello più conservativo, è che le forze di Kiev cerchino di livellare il fronte tra Kopani, a ovest di Robotyne, e Verbove (distanti poco meno di 20 km), consolidare le loro posizioni e “portare avanti” il più possibile l’artiglieria per moltiplicare l’effetto del fuoco sulla logistica russa del corridoio Donbas-Crimea. In pratica, condurre una “effects based operation” in attesa che, appunto, gli effetti del fuoco si facciano sentire sulla capacità russa di continuare ad alimentare il proprio dispositivo di forze che combatte nello strategico crocevia determinato dal “triangolo” Donbas, Crimea, Mar d’Azov.

Il secondo scenario, invece, è quello più dinamico: le forze di Kiev approfondiscono il cuneo e puntano a Tokmak, il fondamentale hub logistico russo a Zaporizhzhia. Soprattutto in questo secondo caso, la variabile fondamentale è capire quante riserve veramente gli Ucraini dispongono in questo settore: il cuneo è stato creato dalla 82ª Brigata d’Assalto Aereo, una delle unità, probabilmente la migliore, addestrate e formate lo scorso inverno/primavera e tenute fino al mese di agosto in riserva. Le altre unità ci risulta siano in parte già state utilizzate o dispiegate in altre settori del fronte: forse non è un caso che la leadership ucraina abbia deciso di ampliare ulteriormente la base di mobilitazione. Per cui, non è chiaro “quanta” benzina da questo punto di vista resti ancora agli Ucraini, mentre anche i Russi sembrano avere il fiato corto: i blogger filorussi lamentano le scarse rotazioni, mentre almeno un reggimento della 76ª Divisione è stato dispiegato nell’area tra Verbove e Robotyne. Segnale che i Russi sono molto preoccupati. Insomma, da qui a fine mese si capirà chi avrà più risorse da gettare nella mischia.

Infine, un’ultima considerazione. La controffensiva ucraina a Zaporizhzhia ci sta lasciando diversi ammaestramenti: le azioni corazzate-meccanizzate più rilevanti sono state finora fallimentari, frustrate da artiglieria, mine e elicotteri controcarro, mentre i risultati migliori sono stati ottenuti sopratutto da piccole unità di fanteria impiegate come pedine “recon” per creare “contro bolle” dalle quali dirigere/coordinare il fuoco di artiglieria e il lavoro dei droni: la nuova deep battle.

Ulteriori dettagli su Risk&Strategy WEEKLY 26/23 in uscita venerdì 8 settembre.

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