RIVISTA ITALIANA DIFESA
La controffensiva ucraina: una lezione sull’impiego dei mezzi corazzati 25/07/2023 | Pietro Batacchi

A quasi 2 mesi dall'inizio della controffensiva ucraina, si può fare già una prima valutazione, in particolare per ciò che concerne l’uso dei mezzi corazzati.

Le forze di Kiev hanno dato il via libera alle danze quando probabilmente non erano pronte: alcune unità non erano ancora state formate, mentre la familiarizzazione del personale con il gran numero di mezzi corazzati e blindati forniti dall’Occidente a partire dalla fine del 2022 non era ottimale: troppo poco tempo per impiegare al meglio mezzi di concezione molto diversa (carri: 4 membri di equipaggio contro 3, caricamento manuale vs caricamento automatico). Il debole supporto aereo, non compensato dal fuoco in profondità dell’artiglieria: i Russi hanno adottato contromisure per adattarsi a HIMARS e GMLRS e i risultati si sono visti. Ecco, allora, la fornitura delle cluster M-864 per gli obici da 155 mm. E poi le difese russe - scaglionate in profondità, indurite e intervallate da estesi campi minati - affrontate peraltro con pochi veicoli specializzati del Genio. 

In queste condizioni, pensare di poter condurre azioni meccanizzate di una certa entità sul terreno è irrealistico e ogniqualvolta che gli Ucraini lo hanno fatto, nella prima settimana di controffensiva (Mala Tokmachka) e nelle ultime 2 settimane (Robotyne), hanno pagato dazio. Oryx parla di 45 BRADLEY perduti (non si sa quanti recuperabili, forse una decina) e di 11 LEOPARD 2. Secondo nostre fonti sul campo le perdite in realtà sarebbero più alte: una sessantina di BRADLEY – cifra peraltro compatibile con i 77 BRADLEY di nuova fornitura annunciati dagli Americani dall'inizio della controffensiva – e una ventina di LEOPARD 2 (il 25% dei LEOPARD 2 forniti a Kiev). Numeri in ogni caso molto alti, e nel medio-lungo periodo non sostenibili (a meno che le fabbriche in Occidente non vengano poste in regime di guerra...per davvero). Carri e blindati, allo scoperto, sono rimasti vittime dell’artiglieria, dei campi minati e degli elicotteri da combattimento russi, che hanno iniziato ad usare in maniera più sistematica missili controcarro guidati VIKHR e LMUR (che permettono alla macchina di restare fuori dal range dei MANPADS ucraini). Rilevante anche il ruolo delle loitering LANCET 3 con le alette in tandem a X e la carica HEAT, che colpiscono il mezzo blindato dall’alto, dove è meno protetto. L’industria russa sembra che ne stia producendo volumi importanti (lo stesso vale per i droni kamikaze SHAHED-136).

Gli Ucraini hanno cercato di limitare al massimo le azioni meccanizzate sul terreno facendo lavorare molto gruppi mobili di fanteria e artiglieria a lungo raggio (con successi che sono stati ottenuti soprattutto nel settore sud di Bakmhut, Klishchivka). Importante in tal senso anche il ruolo dei missili STORM SHADOW - un altro attacco in Crimea stamattina: contro un sito per la riparazione dei veicoli danneggiati a Kremnivka (circa 50 km a nord di Simferopoli) - per colpire la profondità della logistica russa: la contraerea di Mosca è ancora in confusione contro STORM SHADOW e SCALP NAVAL (che “vanno” col GPS spento, minimizzando così il jamming russo). Ecco, se ad oggi la controffensiva non ha forse raggiunto gli obbiettivi prefissati – probabilmente le forze di Kiev contavano molto sul fattore morale e sulla poca disponibilità russa a tenere botta – nelle prossime settimane potrebbero iniziare a pesare di più sulla macchina bellica russa gli effetti del fuoco profondo ucraino (e dell’esaurimento delle difese): è chiaro che questo sforzo va continuamente alimentato, umanamente e materialmente...altrimenti sarà un grosso problema per Kiev riprendersi i territori perduti. Ulteriori approfondimenti su RID 9/23. 

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