RIVISTA ITALIANA DIFESA
Export militare, aggiornare la Legge 185 e basta “banche etiche” 03/07/2023 | Pietro Batacchi

Dall’Assemblea Generale dell’AIAD ( Federazione Aziende Italiane per l'Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza), svoltasi oggi a Roma anche in forma pubblica, è emersa un’indicazione molto chiara circa la necessità di aggiornare la Legge 185 che regola l’export militare italiano. Uno dei tanti spunti di interesse di un'Assemblea alla quale hanno partecipato i vertici delle industrie del comparto, il Ministro della Difesa Guido Crosetto ed i vertici delle Forze Armate. Fermo restando, infatti, i principi generali, bisogna assolutamente intervenire sull’architettura della Legge e sulle modalità con le quali questa regola il settore dando vita a processi autorizzativi estremamente lunghi e ad incrostazioni burocratiche che creano difficoltà e “frizione”. In questi termini si è espresso dapprima il Segretario Generale della Difesa/Direttore Nazionale degli Armamenti, Gen. Luciano Portolano, seguito a ruota dal Segretario Generale dell’AIAD, Dott, Carlo Festucci, e dall’Ing. Antonio Alunni, in rappresentanza delle PMI. La questione non è formale, ma sostanziale con lungaggini e processi autorizzativi anche di 6-8 mesi che possono pregiudicare importanti opportunità ed ostacolare la formalizzazione di accordi. Insomma, la Legge 185 così com’è impedisce alle nostre aziende di essere competitive a fronte di una concorrenza sempre più forte, fatta di attori tradizionalmente spregiudicati e di attori emergenti che non hanno vincoli di tale natura e giocano in maniera sempre più assertiva. Basti pensare che rispetto a 30 anni fa, oggi le aziende della difesa italiana devono affrontare la competizione (anche) di aziende turche, sudcoreane, israeliane, ecc.: attori che, sotto tale profilo, prima semplicemente non esistevano. Lo scenario è del resto profondamente cambiato rispetto al 1990, quando fu emanata la “185”: oggi viviamo in un mondo maggiormente competitivo – più volte su queste colonne abbiamo parlato di super/iper-competizione – in cui sviluppo tecnologico e export costituiscono un tutt'uno ed un terreno di scontro non solo tra avversari ma pure tra alleati, e dove la posta in gioco è rappresentata dalla capacità per un sistema Paese di rimanere competitivo e sofisticato nel tempo. Ecco quindi, la richiesta da parte delle aziende e delle stesse FA di intervenire sulla Legge, richiesta alla quale ci associamo e sulla quale siamo pronti a dare battaglia nei prossimi mesi (con la faccia al sole, come abbiamo sempre fatto). L’altro tema importante, sottolineato sempre dal Dott. Festucci, riguarda “la necessità di superare la questione delle banche etiche”, ovvero delle banche che non concedono alle imprese di settore il supporto e la garanzie necessari in termini economici e finanziari adducendo ragioni, appunto, etiche. Da qui, la necessità di creare “una banca ad hoc per supportare l’export militare”, anche perché, come sottolineato dal Ministro Crosetto in chiusura, “perché una banca non dovrebbe supportare un'operazione che è legale?”. Pure in questo caso ne va della competitività del nostro sistema Paese, in particolare per quelle PMI che già devono lottare con il rialzo dei tassi di interesse e che molto spesso si sentono dire di “no” alle loro richieste di credito e di garanzie finanziarie. Peraltro il tutto va ricondotto a quanto detto nella medesima cornice dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, Amm. Giuseppe Cavo Dragone, che ha parlato della necessità di invertire decisamente il trend che ha visto negli ultimi anni una significativa riduzione delle esportazioni militari italiane, attraverso 3 passaggi: 1. Il potenziamento del sistema G2G 2. I trasferimenti di tecnologia 3. Un’offerta più aderente alla domanda (in particolare nel campo dei droni, dove l’Italia ha colpevolmente latitato, e dei missili). 

Tutti i dettagli su RID 8/22.


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