
La controffensiva di Kiev, lanciata ai primi di giugno, sta entrando nel primo mese. Secondo alcuni, comprese anche alcune grandi testate americane, i progressi sono troppo lenti, a fronte di costi e perdite significative, mentre per altri, invece, l’azione si starebbe svolgendo secondo quanto pianificato.
Vediamo di elaborare una nostra valutazione, cominciando con il dire che in un mese scarso, gli Ucraini sono stati in grado di premere sempre di più su Bakhmut, in particolare sui 2 importanti villaggi di Berkivka e Klishivka, e, nel settore di Zaporizhia, di tagliare la cresta di Vremivka, a sud di Velyka Novosilka, e di arrivare in prossimità di Robotyne, asse di Orikhiv, dove passa la prima vera linea di difesa russa. Non sono certo progressi significativi, ma le forze di Kiev mantengono costante la pressione in queste direzioni e continuano a portare avanti la loro strategia...dell’acqua.
Inizialmente, diciamolo, erano partiti male. Tra il 4 e 8 giugno hanno lanciato una significativa iniziativa a sud di Orikhiv con almeno 3 colonne meccanizzate. Probabilmente pensavano che i Russi mollassero subito e andassero nel panico, sperando di raggiungere così Tokmak in poco tempo, come in parte accaduto a Kharkiv a settembre, dove però le condizioni e i rapporti di forza erano completamente diversi. Il risultato è stata la perdita di un gran numero di veicoli blindati e corazzati, “impigliatisi” tra campi minati, fuoco di artiglieria ed elicotteri, e tiro con i droni (in una settimana, gli Ucraini hanno perso una settantina di veicoli tra carri, cingolati da combattimento e altri mezzi blindati).
Da quel momento, ricognizioni in forze di questo tipo, guarda strano, non sono state più condotte, e il Comando Sud ha cambiato strategia. Adesso, infatti, vediamo di più l'utilizzo di gruppi mobili di fanteria che si muovono soprattutto su veicoli protetti MRAP cercando di sfruttare al massimo il terreno, le condizioni meteo e l'arco notturno. L’obbiettivo è creare delle bolle – protette da EW e MANPADS – dal quale coordinare poi il tiro dell’artiglieria e del fuoco in profondità, per spingerlo sempre più avanti. i carri, invece, operano principalmente a supporto della fanteria come semoventi di artiglieria, muovendosi a coppie per darsi copertura reciproca oppure dentro le bolle come pillar box di artiglieria per parare eventuali contrattacchi. Gli IFV li abbiamo invece osservati con una certa frequenza operare come “troop truck” per alimentare le stesse bolle.
Dunque, gli Ucraini adesso lavorano molto di più con gruppi di fanteria mobili, artiglieria a lungo raggio e fuoco in profondità cercando piano piano di incunearsi tra le difese russe e di aprire dei varchi dove evidentemente poi infilare forze più grosse: al momento, infatti, gli Americani hanno provveduto immediatamente a ripianare le perdite degli IFV BRADLEY (circa una trentina), mentre sul campo ancora non si sono visti carri CHALLENGER 2, 8x8 da combattimento americani STRYKER e IFV cingolati tedeschi MARDER. Per il successo della controffensiva, oltre al tempo, devono sussistere altre condizioni. Tra queste, una riduzione dell’impatto sulla mobilità delle forze dovuto alla presenza di estesi campi minati e una riduzione dell’impatto dell’azione sul campo di battaglia degli elicotteri da combattimento russi.
L’altra condizione è la capacità per le forze di Kiev di mantenere costante la pressione sui Russi, alimentando continuamente il proprio sforzo in termini umani e materiali, e il morale degli stessi Russi, che potrebbe risentire degli ultimi avvenimenti sul fronte interno, con la rivolta di Prigozhin e della Wagner. Se i Russi continueranno a tenere botta, la controffensiva sarò sicuramente lunga e dolorosa.
L'articolo completo sarà pubblicato su Risk&Strategy WEEKLY 21/23, in uscita domani.
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(Immagine: WarMapper)