RIVISTA ITALIANA DIFESA
La marcia indietro di Prigozhin 25/06/2023 | Pietro Batacchi

Alla fine di una giornata straordinariamente convulsa, che ha lasciato il mondo con il fiato sospeso, Prigozhin ha deciso di fare marcia indietro e di richiamare le sue milizie. Un accordo, mediato dal Presidente bielorusso Lukashenko, ha posto fine alla sedizione del Capo della Wagner ed evitato un bagno di sangue che, evidentemente, nessuno voleva. Prigozhin si trasferirà proprio in Bielorussia con i suoi pretoriani, con il procedimento penale a suo carico cancellato, mentre il resto dei miliziani della Wagner verrà integrato nell’Esercito Russo: era stato infatti questo il vero nodo del contendere che aveva innescato la rivolta. Entro il 1° luglio, infatti, anche i miliziani della Wagner avrebbero dovuto entrare nei ranghi dell'Esercito. Adesso ci si interroga sulle ragioni del repentino cambio di marcia delle colonne della Wagner. Le congetture in questo senso si moltiplicano. La prima, e più immediata, è che lo Chef di Putin abbia ottenuto qualcosa in cambio: forse le agognate dimissioni di Shoigu o di Gerasimov, o di tutti e 2. Ancora non lo sappiamo e non ci sono indicazioni che confermino questa ipotesi. Un’altra spiegazione è che Prigozhin abbia cercato una dimostrazione di forza, muovendo le sue colonne in territorio russo, per fare pressione su Putin e porlo di fronte ad una scelta: lui o Shoigu. La decisione del Capo di Cremlino di non scaricare il Ministro della Difesa lo avrebbe spiazzato: a quel punto Prigozhin sarebbe rimasto col cerino in mano: andare a Mosca, ma per fare cosa? Insomma, la sindrome di Napoleone che a Mosca non trovò nessuno se non un grande incendio. Da qui la trattativa fiume per una via di uscita. Infine, un’altra congettura. Prigozhin ha giocato questa carta pensando e sperando in defezioni nell’Esercito Russo, che non ci sono evidentemente state, mentre anche i falchi del regime, da Kadyrov a Medvedev, si sono schierati subito con Putin. Da qui la marcia indietro. Di sicuro quello che è andato in scena ieri resta un enigma e dimostra la tradizionale difficoltà di interpretare e analizzare le vicende della Russia, Paese che nell’arco di un respiro è in grado sempre di sorprendirti.


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