RIVISTA ITALIANA DIFESA
Cosa è successo durante l’attacco aereo a Kiev del 16 maggio 05/06/2023 | Aspide

Nella ormai guerra senza quartiere a cui stiamo assistendo da più di un anno in Ucraina, il 16 maggio verrà ricordato come un giorno importante in cui si è combattuta una battaglia senza precedenti tra contraerea ucraina e droni/missili russi.

Ma andiamo per ordine cercando di ricostruire i fatti sulla scorta di informazioni raccolte dalle fonti aperte a disposizione.

In seguito agli accordi di sostegno militare USA/UE con l’Ucraina, nei giorni tra il 2 e il 15 di maggio l’Ucraina ha schierato per la prima volta un complesso di difesa aerea integrato a protezione della capitale Kiev.

Questo dispositivo prevedeva lo schieramento di 2 batterie di missili MIM-104 PATRIOT, almeno una batteria di IRIS-T, una batteria di NASAMS, mentre non è ancora confermata la presenza della batteria mista franco-italiana SAMP/T, e una di missili CROTALE NG francesi. Tutto lo schieramento missilistico era completato da complessi cannonieri tedeschi GEPARD e, forse, qualche esemplare di TUNGUSKA.

Quindi un dispositivo di tutto rispetto per assicurare una protezione impermeabile alla capitale Kiev, la cui validità ha evidentemente anche uno scopo fortemente comunicativo e/o propagandistico nei confronti del fronte interno e, soprattutto, verso l’opinione pubblica internazionale.

Ma veniamo alle caratteristiche di tale dispositivo.

Innanzitutto bisogna sottolineare il fatto che, per sua natura, il sistema MIM-104 PATRIOT è molto pesante dal punto di vista operativo. Infatti una sola batteria conta almeno 80 persone per il suo funzionamento e per la gestione di un treno di veicoli, tra posti comando, radar e lanciatori, abbastanza elevato. Proprio per tutti questi motivi, generalmente, questi sistemi devono essere schierati in aree discrete e poco accessibili come aeroporti e/o compound militari e, non certo, in aree urbanizzate.

Per tutte queste ragioni gli ucraini avevano schierato il sistema PATRIOT sull’aeroporto internazionale di Zhuliany di Kiev e all’interno dello zoo cittadino. Le 2 postazioni in effetti distano solo 5-6 km una dall’altra. Ovviamente tutti gli apparati e i lanciatori erano protetti da sistemi GEPARD a corto raggio per la difesa di punto degli stessi. Bisogna dire anche che una certa attività è stata notata la notte dell’attacco anche nell’area del Politecnico Igor Ivanovich Sikorsky di Kiev, che si trova proprio a metà strada tra l’aeroporto e lo zoo della città.

Cerchiamo adesso di capire cosa è accaduto il 16 maggio.

L’Aeronautica Ucraina, successivamente all’attacco, ha dichiarato di aver abbattuto 6 missili ipersonici KINZHAL, 9 missili di crociera KALIBR, 3 missili antiaerei russi utilizzati in lancio balistico (probabilmente S-300), 6 droni di costruzione iraniana SHAHED 136/131 e 3 droni ORLAN.

L’attacco russo è stato preparato con cura certosina. Per “stimolare” la reazione ucraina, i Russi hanno fatto volare ben all’interno dei loro confini e di quelli della Bielorussia (a circa 100-150 km dai confini con l’Ucraina) un velivolo AWACS Antonov-50U. Volando ad una quota di circa 15/17.000 m, questo velivolo ha realizzato una “picture” completa dello spazio aereo sulla capitale ucraina. Una volta completato il quadro di insieme, la notte del 16 maggio è partito l’attacco.

Il lancio di 2 ondate di droni SHAHED e ORLAN, assieme agli S-300 in modalità sup-sup, ha fatto “accendere” tutta la catena radar di difesa aerea ucraina esponendola però al fuoco dei sistemi antiradar. I primi ad intervenire sono stati diversi SU-35S FLANKER che hanno lanciato da distanza di sicurezza missili antiradar Kh-31P (con un raggio d’azione di circa 110 km) e, forse, anche i nuovi Kh-31PD/PM (con un raggio d’azione di oltre 250 km). Immediatamente prima dell’attacco dei missili ipersonici, 2 ondate di missili da crociera KALIBR sono arrivate nell’area, lanciate con tutta probabilità da unità navali nel Caspio, che hanno fatto scoprire definitivamente le posizioni della difesa aerea.

A questo punto, con tutta la difesa aerea in allarme e con i radar ben accesi, è stata lanciata una salva di missili KINZHAL contro le posizioni della contraerea di Kiev all’aeroporto. L’attacco vero e proprio, dall’alto significato politico, si è svolto nell’arco di circa 3 minuti nei quali, immediatamente dopo il lancio di 32 missili PATRIOT, si sono viste chiaramente 2 esplosioni a terra come mostrato da uno dei video usciti a seguito dell’attacco.

L'articolo completo sarà pubblicato su Risk&Strategy WEEKLY 17/23, in uscita domani.

Scopri l'approfondimento settimanale di RID.

Seguiteci anche sul nostro canale Telegram.


Condividi su:  
    
News Forze Armate
COMUNICATI STAMPA AZIENDE