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USA, arriva il minisommergibile Dry Combat Submersible per i Navy Seal 17/05/2023 | Michele Cosentino

Secondo quanto annunciato dall’US Special Operations Command (USSOCOM), nelle prossime settimane faranno il loro debutto operativo i primi esemplari di DCS (Dry Combat Submersible), cioè i minisommergibili per il trasporto “asciutto” in immersione di operatori delle forze speciali dell’US Navy.

Il DCS è derivato dal minisommergibile S351 NEMESIS, realizzato dall’azienda britannica MSubs, parte di un team industriale guidato da Lockheed Martin al lavoro dal 2016 per soddisfare un requisito che ha le sue origini circa 30 anni orsono e che ha visto dapprima il fallimento dell’ASDS (Advanced SEAL Delivery System), un mezzo similare ma dai costi astronomici e di cui era stato costruito un prototipo sperimentale, e poi del programma Joint Multi-Mission Submersible.

L’US Navy ha acquistato 3 esemplari di DCS, grazie ai quali i SEAL non dovranno fare unicamente affidamento sullo Swimmer Delivery Vehicle, SDV (la versione Mk. 11 è quella più moderna), mezzo subacqueo che però obbligava gli operatori a rimanere in un ambiente “bagnato” durante il trasferimento da un sottomarino al punto d’infiltrazione costiero del territorio nemico. Sebbene non si abbiano informazioni specifiche sul DSC, le sue capacità complessive non dovrebbero differire troppo da quelle del NEMESIS, avente un dislocamento 30 t e una lunghezza di quasi 12 m: l’equipaggio comprende 2 effettivi, a cui si aggiunge 1 t di carico o una squadra di 8 SEAL con il loro equipaggiamento. La propulsione è assicurata da un motore elettrico che aziona un elica protetta da un mantello circolare, a cui si può aggiungere l’effetto di 2 propulsori ausiliari, a prora e a poppa; l’autonomia del NEMESIS è pari a 65 miglia a 5 nodi, mentre la profondità operativa è di 100 m. Il mezzo è dotato di un compartimento lock-in/lock-out per la fuoriuscita e il rientro degli operatori ed è governato da superfici poppiere a X e da una coppia di timoni orizzontali prodieri: vi è anche un sonar per la scoperta di mine, altri tipi di ordigni esplosivi e ostacoli subacquei.

Il DCS ha conseguito la Initial Operational Capability nel 2022 ed è prossimo alla Full Operational Capability. Uno dei requisiti su cui Lockheed Martin ha lavorato per la realizzazione del nuovo minisommergibile riguarda la sua trasportabilità all’interno di un container e a bordo di un velivolo da trasporto C-17 GLOBMASTER II dell’USAF, ma non è escluso che il DCS possa essere dispiegato anche dal bacino allagabile di un’unità d’assalto anfibio o da un’altra mothership debitamente attrezzata. Il DCS non è idoneo a essere trasportato all’interno del Dry Dock Shelter (DDS) normalmente usato per il trasporto di un SDV e posizionato in coperta a poppa dei 4 sottomarini lanciamissili da crociera classe OHIO e di alcuni battelli d’attacco classe VIRGINIA; dalle informazioni disponibili, l’USSOCOM ha infatti chiesto che il DCS sia dispiegabile solamente da unità di superficie appositamente attrezzate, come per esempio la motonave OCEAN TRADER, un’unità per il supporto alle operazioni speciali gestita dall’US Military Sealift Command. Non è noto se l’US Navy e l’USSOCOM avranno a disposizione ulteriori esemplari di DSC oltre ai 3 già in servizio, un aspetto certamente preso in considerazione dopo il mutamento degli scenari globali scaturito dall’aggressione russa all’Ucraina e dall’atteggiamento assertivo della Repubblica Popolare Cinese nella teatro dell’Indo-Pacifico: quale puro e semplice termine di paragone, si sa che l’US Navy ha in servizio 10 esemplari di SDV Mk.11.

A parte ciò, US Navy e USSOCOM stanno lavorando su altri 2 programmi sempre relativi all’infiltrazione subacquea. Il primo è stato inizialmente definito DCS Block II e poi ridenominato DCS Next, ossia un adattamento del DCS base per essere dispiegato direttamente da un battello classe VIRGINIA, senza ricorrere al DDS; il secondo programma riguarda il potenziamento capacitivo dei DDS attualmente in servizio, in sostanza un ampliamento delle loro dimensioni affinché essi possano ospitare un DCS/DCS Next e permettergli il dispiegamento indiretto dai VIRGINIA, garantendogli così una maggior flessibilità operativa.

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