Nel dicembre scorso il DoD statunitense aveva concluso con Lockheed Martin il mega-contratto da 30 miliardi di dollari per 398 caccia F-35 nei lot di produzione 15, 16 e 17. Tuttavia, il Lot 17 era stato incluso solo sotto forma di opzione; il relativo contratto è stato finalizzato e annunciato il 28 aprile 2023.
L’opzione esercitata ha un valore di 7,7 miliardi di dollari e vedrà la produzione di 126 velivoli. Di questi, 81 sono F-35A, 26 sono F-35B e 19 sono F-35C.
Degli 81 F-35A, 43 andranno all’USAF, 7 all’Aeronautica Militare italiana, 6 all’Olanda, 4 al Giappone, 3 alla Danimarca. Inoltre sono inclusi i primi F-35A per la Finlandia (8), la Polonia (6) e il Belgio (4).
Gli F-35B andranno all’US Marine Corps (15), al Regno Unito (7, gli ultimi della prima tranche di 48 velivoli per RAF e Royal Navy), all’Italia (2, uno per la Marina e uno per l’Aeronautica) e al Giappone (2). Gli F-35C vanno a US Navy (13) e USMC (6).
I precedenti lotti 15 e 16 prevedono rispettivamente 145 e 127 F-35. I velivoli di questi lotti sono i primi ad includere il Technology Refresh-3 (TR-3), una modernizzazione dell’hardware e del software necessaria ad accogliere le capacità previste dall’upgrade Block 4.
Altre modifiche hardware includono l’adozione del nuovo DAS (Distributed Architecture System) di Raytheon, al posto di quello attuale di Northrop Grumman, e un nuovo schermo panoramico per il pilota (che rimpiazza l’attuale schermo che è in realtà composto da 2 schermi affiancati).
L'articolo completo sarà pubblicato su Risk&Strategy WEEKLY 13/23, in uscita oggi.
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