RIVISTA ITALIANA DIFESA
Ucraina e impiego “agile” del Potere Aereo. Una lezione anche per l’Italia 27/04/2023 | Pietro Batacchi

Una delle (tante) lezioni che giungono dal teatro di guerra ucraino riguarda l’impiego cosiddetto disperso e “agile” del Potere Aereo.

Abbiamo visto da questo punto di vista come l’Aeronautica Ucraina, sfruttando l’enorme gap russo in campo ISR, sia potuta sopravvivere nonostante una netta inferiorità quantitativa e qualitativa rispetto alla VKS grazie, tra l’altro, anche all’impiego dei propri velivoli da siti austeri come basi alternative, tronchi autostradali, ecc. È il cosiddetto ACE (Agile Combat Employment) – teorizzato e applicato su larga scala dagli Americani sopratutto nel Pacifico – che prevede, appunto, la dispersione sul terreno dell’Air Power, la limitazione nell’uso di grandi basi “convenzionali” – bersagli estremamente paganti e sempre più raggiungibili da artiglieria, missili e droni a lungo raggio – e la rotazione continua degli assetti da una rete ridondante e distribuita di siti improvvisati/alternativi. Un modo, insomma, per ridurre l’impronta per l’ISR e il targeting dell’avversario e per moltiplicare le potenziali linee di attacco.

In tale ottica la disponibilità di un caccia di Quinta Generazione come l’F-35 nella sua versione STOVL è quanto mai operativamente utile. Il velivolo, che, ricordiamolo, nasce sulla base di un requisito expeditionary dei Marines (tradizionalmente, infatti, i Marines ad un certo punto della campagna sbarcano i loro velivoli dalle LHA per farli operare da basi avanzate in teatro con minimalogistica di aderenza), è capace di operare non solo da portaerei leggere e unità d’assalto anfibio tuttoponte, ma anche da piste corte e austere in condizioni di carico ottimale. L’F-35B è, inoltre, il primo e unico velivolo STOVL supersonico: una caratteristica fondamentale che garantisce alla macchina “transit time” più brevi e, dunque, una più rapida capacità di risposta, molto utile soprattutto in scenari complessi e dinamici, caratterizzati dalla presenza di “pop-up” target, ovvero target che si manifestano improvvisamente sulla scena. A ciò bisogna aggiungere le caratteristiche intrinseche alla macchina F-35, e comuni a tutte e 3 le versioni: bassa rilevabilità, sensoristica integrata e all’avanguardia, esensor fusion. Grazie a tali caratteristiche, anche l’F-35B può essere impiegato nei più disparati scenari operativi con una straordinaria flessibilità di impiego che un caccia delle precedenti generazione non può avere. Per esempio, la sensor fusion permette di ridurre notevolmenteil tempo tra la scoperta del bersaglio e il suo ingaggio e ciò consente all’F-35Bdi svolgere un CAS dinamico e adattivo in scenari altamente mutevolie cangianti.

La scelta della Difesa di impiegare in maniera congiunta la flotta F-35B di Aeronautica e Marina, dunque, mai come oggi appare lungimirante: in questo modo si ha disposizione un “basket capacitivo” di 30 velivoli di Quinta Generazione che possono essere impiegati tanto sulla portaerei CAVOUR e sulla nave d’assalto anfibio TRIESTE, quanto da piste corte e austere a terra. Ciò aumenta le capacità di dispiegamento operativo nei teatri d’interesse, in particolare nel Mediterraneo Allargato, secondo un concetto dinamico e adattivo più in linea con le caratteristiche degli attuali scenari e con un profilo di minaccia sempre più vacuo ma anche sempre più sofisticato.

L'articolo completo sarà disponibile su Risk&Strategy WEEKLY 12/23 in uscità venerdì 28 aprile.

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