RIVISTA ITALIANA DIFESA
Ucraina, la grande attesa dello scontro di primavera 24/03/2023 | Pietro Batacchi

I segnali ci sono e pure tanta disinformazione, però è evidente che la stagione del fango volge al termine e che il terreno in Ucraina presto consentirà anche grandi manovre meccanizzate. Al momento la situazione è alquanto dinamica e l'iniziativa resta in mano ai Russi. A Bakhmut, i Wagner e le forze speciali del GRU stanno continuando ad avanzare, seppur molto lentamente, nell’area industriale a nord della città e nei quartieri meridionali: circa il 60% della città è oggi in mano russa. Tuttavia, con furiosi contrattacchi le forze di Kiev continuano mantenere aperta sia la O0506, che collega Bakhmut e Chasiv Yar passando per Khromove, sia la T0504 Bakhmut-Kostyantynivka attorno ad Ivanivske: le 2 vie di rifornimento sono sotto il tiro dell’artiglieria russa ma sono tuttora praticabili. A nordovest di Bakhmut, la manovra russa di aggiramento si è al momento arrestata di fronte a Orikhovo-Vasylivka: l’artiglieria ucraina riesce ad interdire i movimenti delle forze russe ed a fissarle efficacemente. Nel frattempo, continuano a rincorrersi le voci di un’imminente controffensiva delle forze di Kiev per sbloccare la città: nel triangolo Bakhmut, Constantinovka/Chasiv Yar, Slovjansk/Kramatorsk gli Ucraini dovrebbero disporre già adesso di circa 70.000-80.000 uomini, con oltre 200 carri armati e qualche centinaio di blindati di diverso tipo. E’ chiaro che solo una parte relativamente limitata di queste forze potrebbe essere impiegata per un’azione su Bakhmut. In previsione di questa azione, che evidentemente anche i Comandi russi ritengono probabile, le forze di Mosca negli ultimi giorni hanno colpito con una certa frequenza le retrovie ucraine: depositi di munizioni e carburante, centri logistici e di comando e acquartieramenti. Negli attacchi, che hanno interessato sopratutto Chasiv Yar e Kostantinovka, è stata impiegata sopratutto l’artiglieria, ma anche missili, droni GERAN 2 e bombe guidate lanciate da aereo (che hanno recentemente iniziato a comparire sul campo di battaglia, a conferma che i Russi hanno riconosciuto il gap enorme in tale settore, cercando di provi in qualche modo rimedio). Probabilmente gli sviluppi più importanti negli ultimi giorni si stanno però registrando ben più a sud, nel Settore di Avdivka (Oblast di Donetsk). La città è una vera e propria fortezza, giudicata inespugnabile (altro che Falluja…): enormi bunker in parte di epoca sovietica, in parte costruiti dopo il 2015, posizione sopraelevata su 3 lati, trincee e campi minati, siti minerari e fabbriche. Per questo i Russi stanno da settimane provando ad accerchiarla. Nell'ultimo periodo i progressi sono stati evidenti: le forze di Mosca hanno occupato a nordvest della città Krasnohorivka e da lì si sono spinti a sudovest in direzione di Stepove, dove hanno preso il controllo di un tratto della linea ferroviaria che porta alla città; da sud, invece, stanno cercando di risalire verso Siverne e da qui, eventualmente, verso Orlivka: manovra complicata anche dal terreno che garantisce agli Ucraini preziosi salienti da cui “tirare” con l’artiglieria. Importante segnalare che anche qui negli ultimi giorni si sono registrati degli attacchi aerei russi contro obbiettivi dentro la città con armamento presumibilmente guidato. Ancora più a sud, Oblast di Zaporizhia, nel settore di Orikhiv/Huliapole, gli Ucraini nell’ultima settimana hanno effettuato diverse ricognizione in forze, tutte respinte con perdite. E’ chiaro però che si tratta di azioni necessarie per valutare lo stato delle difese russe in vista di un’eventuale controffensiva di Kiev su tale asse che, ricordiamolo, è quello che porta al Mar d’Azov (se gli Ucraini arrivassero all’Azov, tagliando il Donbass rispetto alla Crimea, la guerra potrebbe ritenersi conclusa). Canali telegram russi hanno riferito stamani che nella notte tra il 22 e il 23 marzo, l’artiglieria e le forze aeree russe hanno colpito una ventina di obbiettivi (magazzini e siti di acquartieramento per il personale e i mezzi) nell’area di Orikhiv, per prevenire un’ulteriore ricognizione in forze: questa volta più robusta delle precedenti. Gli stessi canali telegram filorussi riferiscono della perdita di circa 500 uomini, tra morti e feriti, tra le fila ucraine. Al momento non abbiamo però nessuna conferma “terza”. Che, tuttavia, questo sia un settore critico per le sorti della guerra lo conferma il numero di unità in riserva che i Russi mantengono nelle retrovie: si parla di oltre 30.000 uomini tra Mariupol e Melitipol. Nel complesso, dunque, siamo in attesa del grande scontro di primavera: probabilmente i 2 contendenti metteranno in campo tutto quello che hanno. Gli Ucraini devono provare a riprendere quanto meno una parte dei territori in mano russa, Mosca vuole tenerli (a questo punto per Putin andrebbe già bene non perdere…). Gli Ucraini stanno aspettando la messa in servizio dei nuovi carri e dei cingolati da combattimento di fornitura occidentale ed est-europea – circa 150 carri (tra LEOPARD 2, CHALLENGER 2, PT-91 TWARDY e T-72 EA), 109 IFV cingolati BRADLEY, 90 8X8 STRYKER e 50 IFV cingolati CV-90 – mentre i Russi dispongono ancora teoricamente di 150.000-180.000 neo-mobilitati, oltre a quelli già nel Donbass e nel sud dell’Ucraina, in Crimea e in Bielorussia. Il lavoro fatto dai Russi nelle ultime 2-3 settimane con artiglieria e forze aereo-missilistiche – stanotte i droni GERAN 2 sono tornati a colpire a Kriviy Rih - contro le retrovie ucraine sembra dimostrare l’intenzione di Mosca di erodere quanto più possibile la massa d’urto a disposizione di Kiev. Vedremo di quanto.

Foto: Rybar


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