RIVISTA ITALIANA DIFESA
Migranti, le parole di Crosetto e l’arma ibrida della Russia 14/03/2023 | Pietro Batacchi

Nel contesto della Guerra in Ucraina, stante la debolezza del suo strumento militare convenzionale, la Russia sta impiegando sempre di più una strategia ibrida che annovera diversi strumenti non militari, tra questi: l’uso della leva del gas, che però non ha dato i risultati sperati, gli attacchi hacker, la disinformazione, i sabotaggi, la minaccia e il riferimento ossessivi al nucleare, il grano, per finire ai migranti. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, da tempo si parla di uso da parte del Cremlino della “bomba migranti” contro l’Europa, in particolare contro l’Italia. Ebbene, ieri il Ministro della Difesa Crosetto, seguito dal Ministro degli Esteri Tajani, è tornato in maniera eclatante sull’argomento addossando la colpa dell'incremento dei flussi verso l’Italia alla Wagner, la compagnia militare privata utilizzata da Putin come uno dei suoi bracci armati di politica estera. Le parole del Ministro Crosetto – che evidentemente ha le sue buone informazioni d’intelligence - potrebbero avere un certo fondamento empirico anche da fonti OSINT (Open Source Intelligence). Cerchiamo di capire perché. Dal 1° gennaio 2023 al 28 febbraio in Italia sono sbarcati oltre 14.000 immigrati: rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso il numero è quasi triplicato. Di questi 14.000 immigrati, un buon 40% arriva dall’Africa Subshariana: uno dei crocevia dei flussi migratori, e illegali in genere, provenienti da questa regione, è il Mali, dove la Wagner esercita un’influenza molto profonda sulla giunta militare al potere. I 3 uomini forti del Paese, infatti, sono il Ministro della Difesa Sadio Camara, il Generale Harouna Samaké, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, e il Generale Alou Boï Diarrà, Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica. Il primo ha guarda caso completato la sua formazione in Russia, dove parrebbe sia stato reclutato dal GRU, mentre il secondo è stato – ancora guarda caso - ambasciatore in Russia prima di assumere la guida delle forze di terra proprio di recente. Infine, Diarrà è un uomo di Camara e suo “accompagnatore” nei diversi viaggi compiuti dallo stesso Camara in Russia tra 2021 e 2022, per preparare l’ingresso in grande stile della Wagner nel Paese. Oggi, dunque, il Mali è la pedina centrale del sistema di partnership e alleanze della Russia in Africa (che comprende anche Rep. Centrafricana, Sudan e, in parte, Mozambico). Il vicino Burkina Faso, dopo aver di recente “buttato fuori” il contingente francese, potrebbe seguire le orme del Mali, anche se il capo della giunta militare al potere, il Capitano Ibrahim Traorè, ha per ora negato la presenza dei “musicisti” nel Paese. Infine, non dimentichiamo la presenza e l’influenza russa (anche in questo caso veicolata attraverso Wagner e consiglieri) in Nordafrica, sopratutto in una delle “due Libie”, ovvero nella Cirenaica del Generale Haftar, uno degli hub da cui partono i migranti verso l’Italia. Haftar è come noto puntellato economicamente e strategicamente dagli EAU, un altro Paese con i quali Mosca ha ottimi rapporti, in chiave OPEC Plus ma non solo: lo abbiamo visto di persona anche nel corso dell’ultimo salone IDEX 2023, svoltosi a Abu Dhabi, dove si registrava una massiccia presenza di aziende russe. Tutto quanto fin qui riportato non significa, ovviamente, che la Wagner controlli con i suoi uomini i flussi migratori, ma “solo” che, in virtù della sua influenza in Africa, possa creare le condizioni sul terreno favorevoli ad un aumento dei flussi, quello sì, ci sentiamo di dirlo.


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