RIVISTA ITALIANA DIFESA
GLSDB per l’Ucraina, ci siamo? La questione della reale efficacia operativa 01/02/2023 | Pietro Batacchi

Il Pentagono dovrebbe fornire all’Ucraina le Ground-Launched Small Diameter Bomb (GLSDB). L’ufficialità ancora non c’è, ma potrebbe arrivare con il nuovo pacchetto di aiuti militari, da oltre 2 miliardi di dollari, alle porte. Le GLSDB, frutto della cooperazione tra Boeing e Saab, abbinano ad un motore razzo M26 una Small Diameter Bomb GBU-39 e sono dunque impiegabili dai pod dei lanciarazzi MLRS (12 ordigni) e HIMARS (6 ordigni). La bomba ha un peso di 250 libbre (113 kg) ed è dotata di una testa con una ventina di chilogrammi di esplosivo insensibile; un’altra delle sue caratteristiche è avere il corpo e l’involucro in acciaio, che le consente di penetrare anche certi tipi di bersagli “induriti”. La fase iniziale di boost è garantita dal motore razzo M26, mentre una volta esaurita la spinta la bomba GBU-39 inizia a funzionare come ordigno planante (glide bomb), grazie alle alette e al sistema di navigazione inerziale abbinato al ricevitore GPS (dotato di modulo anti-spoofing). Con una gittata di 150 km, la GLSDB consentirebbe alle forze di Kiev di colpire le retrovie russe con un sistema preciso e relativamente economico (il prezzo di una GLSDB è di circa 60.000/70.000 dollari, contro i circa 100.000 dollari di una munizione guidata per MLRS), in particolare bersagli fissi quali depositi, hangar, installazioni radar, postazioni, ecc. La grande questione riguarda la vera efficacia della GLSDB. La bomba, infatti, è stata testata alcuni anni fa da Boeing e Saab, ma non ha mai ottenuto un cliente e non risulta dunque al momento nessun impiego operativo: le sue potenzialità, quindi, sono tutte da dimostrare. In questo modo gli Americani danno un segnale politico, rispondendo alle richieste di Kiev per armi a lungo raggio, ma ancora dicono no ai missili balistici tattici ATACMS (Army Tactical Missile System), impegnati in battaglia da ormai più di 30 anni.

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