Questa mattina, il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha presentato le linee programmatiche del suo dicastero di fronte alle Commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato riunite. Dopo essersi soffermato brevemente sul cambiamento dello scenario geopolitico globale e sullo stato di competizione permanente tra i vari attori (sottolineando come il confine tra tempo di guerra e tempo di pace sia sempre più labile), Crosetto si è concentrato sulle priorità che la Difesa deve affrontare per far fronte alle nuove sfide del nostro tempo.
Venendo alle questioni più salienti, Crosetto ha manifestato la necessità per il nostro Paese di dotarsi (finalmente) di una chiara Strategia di Sicurezza Nazionale che sia “funzionale alla capacità di ogni singolo dicastero della Repubblica Italiana di delineare conseguentemente una propria specifica strategia per il conseguimento di obiettivi sinergicamente definiti all’interno di una visione unitaria dell’interesse nazionale”.
Particolare attenzione è stata dedicata pure alla trasformazione dello strumento militare, che, nelle parole del Ministro, dovrà essere ripensato per essere “sinergico nelle sue componenti, agile nelle decisioni, efficace nei possibili scenari di impiego, proiettabile in ruoli di leadership nel sistema di alleanze e coalizioni, e credibile come strumento di difesa e sicurezza”. Per affrontare tale cambiamento sarà fondamentale non solo una revisione delle strutture, dei processi e delle capacità, ma anche e soprattutto del modo di pensare della Difesa a 360°, una sorta di “rivoluzione filosofica”.
Lo strumento militare del futuro dovrà essere integrato e multidominio, con la sinergia delle varie componenti quale requisito intrinseco e una rivoluzione in chiave interforze delle FA, sul piano ordinativo, logistico, addestrativo, tecnologico e normativo.
Il Ministro ha poi sottolineato l’importanza dell’innovazione e dello sviluppo di nuove tecnologie per mantenere quel “technological edge” su cui si basa la superiorità del blocco occidentale, soffermandosi in particolare sul dominio cyber e quello spaziale, sui droni, sul Comando e Controllo e sull’Intelligenza Artificiale.
Altro tema importante è quello relativo agli investimenti: per garantire la necessaria certezza della stabilità dei finanziamenti va ripensato lo strumento di pianificazione pluriennale, anche in favore della competitività del sistema Paese. A tal proposito il Ministro ha brevemente delineato un possibile nuovo strumento: una legge triennale che accorpi in un’unica manovra i volumi finanziari relativi a 3 provvedimenti successivi con una profondità di 17 anni, per la quale saranno necessari ulteriori chiarimenti. Sempre riguardo agli investimenti, il Ministro ha ricordato come essi siano necessari anche per ripianare le scorte di sistemi d’arma e munizioni che sono stati forniti all’Ucraina, pena la riduzione dell’efficienza delle nostre FA.
Una parte consistente dell’intervento è poi stata dedicata all’impiego dello strumento militare italiano all’estero. Secondo Crosetto, l’Italia deve aumentare la propria rilevanza e la capacità autonoma di influenzare i processi e le operazioni in ambito internazionale, non limitandosi alla mera contribuzione di truppe. Per fare ciò il Ministro ha suggerito il miglioramento dei processi decisionali politico-militari (nonostante i buoni risultati ottenuti con il Concetto Strategico NATO e la Bussola Strategica UE), l’allargamento del tavolo Esteri-Difesa e il rafforzamento dei ruoli e delle funzioni degli uffici militari presso le ambasciate. È necessaria una postura più matura verso le operazioni militari e un potenziamento delle capacità di Comando e Controllo dell’Italia per assumere ruoli di leadership e per migliorare la capacità di pianificazione, esecuzione e gestione delle operazioni militari. Si è parlato inoltre di revisione della procedura di costruzione della delibera missioni, che deve essere la risultante di una visione unitaria delle Relazioni Internazionali e degli obiettivi strategici individuati dalla Strategia di Sicurezza Nazionale.
Sempre riguardo all’impiego delle FA, il Ministro ha manifestato la necessità di elaborare strumenti qualitativi e quantitativi per valutarne l’efficacia operativa e migliorare il monitoraggio delle performance addestrative (e degli stessi addestramenti, sia in termini di qualità si di quantità), per arrivare a sviluppare una capacità autonoma di valutazione dell’efficacia dello strumento militare.
In conclusione, il Ministro si è soffermato sulla necessità di raggiungere e mantenere le consistenze organiche delle FA necessarie per adempiere ai compiti istituzionali, con un’adeguata ripartizione rispetto alle esigenze funzionali, alla luce del processo di revisione dello strumento militare culminato nella Legge 119/2022, che prevede anche una delega al Governo (art. 9) finalizzata ad incrementare le dotazioni organiche complessive di personale militare altamente specializzato nei settori tecnico-logistici e sanitario (per un massimo di 10.000 effettivi), ad istituire una riserva ausiliaria dello Stato (sempre con limite a 10.000 unità) e riformare la sanità militare. A tal proposito, secondo Crosetto, le priorità sono il contrasto dell’invecchiamento del personale, la revisione dello strumento della riserva e la tutela e valorizzazione del personale.
Tutti i dettagli su RID 3/23 in uscita a fine febbraio.
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