RIVISTA ITALIANA DIFESA
Ucraina: attacchi missilistici russi, situazione sul terreno e novità sugli aiuti occidentali 16/01/2023 | Andrea Cipollina

Il 14 gennaio, i Russi hanno lanciato un massiccio attacco missilistico contro alcune infrastrutture critiche del territorio ucraino. Intorno alle 13:00, Mosca avrebbe lanciato missili da crociera Kh-101 / Kh-555 da 8 bombardieri strategici Tu-95m dal Mar Caspio e missili KALIBR da navi e da sottomarini della flotta nel Mar Nero. I caccia Su-35 avrebbero lanciato 5 missili guidati Kh-59, 3 dei quali sarebbero stati abbattuti. Inoltre, 5 missili da crociera Kh-22 sarebbero stati lanciati da 5 bombardieri a lungo raggio Tu-22M3 (1 di questi missili ha colpito un grattacielo a Dnipro, provocando la morte di più di 20 persone). Nel tardo pomeriggio sarebbero infine stati tirati altri 5 missili guidati Kh-59, 4 dei quali sono stati abbattuti dalla difesa aerea ucraina. In totale, quindi, secondo fonti ucraine, sarebbero stati lanciati 38 missili, 25 dei quali neutralizzati. Gli Oblast colpiti sarebbero quelli di Kharkiv, di Lviv, di Ivano-Frankivsk, di Zaporizhzhia, di Vinnytsya e anche di Kyiv, bombardato la mattina presto con sistemi antimissile S-400 utilizzati in modalità superficie-superficie, probabilmente dal territorio bielorusso. Proprio quest’ultimo Oblast avrebbe riportato i danni maggiori, con una delle 2 centrali termiche della compagnia DTEK che è gravemente danneggiata (in foto), come comunicato dalla stessa compagnia. Durante tale attacco contro la capitale, le sirene di allarme del sistema di difesa aereo di Kyiv non sarebbero entrate in funzione per segnalare l’imminente attacco missilistico.

Per quanto riguarda invece la situazione sul campo, nelle ultime settimane di guerra i principali fatti da segnalare riguardano il settore di Bakhmut-Soledar (Oblast di Donetsk). In data 15 gennaio le truppe russe controllano quasi tutta la superficie di Soledar, ma la situazione non è ancora del tutto delineata. Dopo la conquista da parte russa della miniera numero 7, i combattimenti sembrerebbero continuare a nord intorno alla stazione ferroviaria di Silj, con i Russi sempre più vicini alla TO513 che collega Bakhmut a Siversk. Se Soledar dovesse cadere sotto il controllo di Mosca, gli Ucraini potrebbero essere costretti ad abbandonare la linea Bakhmut-Soledar-Siversk, per arretrare verso Slovyansk e Kramatorsk. Tale ripiegamento verso una nuova linea difensiva più a ovest andrebbe ad alleggerire la pressione ucraina su Kreminna. Proprio intorno a Kreminna continuano i combattimenti, principalmente nell’area boscosa a sud della città, anche qui in modo lento e non decisivo. La situazione è piuttosto critica per gli Ucraini anche a Bakhmut e nelle zone limitrofe, con i combattimenti che continuano a est di Krasna Hora, di Blahodatne, di Pidhorodne e di Krasnopolivka. Gli scontri proseguono anche intorno a Klishchiivka, a sud di Bakhmut. Se dovesse continuare l’avanzata russa a nord di Bakhmut in direzione ovest, le forze di Mosca arriverebbero a controllare la M03 che collega Bakhmut a Slovyansk, impedendo agli Ucraini di ritirarsi in tale direzione.

Per quanto riguarda gli aiuti militari, gli Stati Uniti, a dicembre e nelle prime settimane di gennaio 2023, hanno disposto la fornitura di quanto segue, per un valore di circa 4 miliardi di dollari: 1 batteria di PATRIOT; munizioni addizionali per i lanciarazzi HIMARS; 50 IVF BRADLEY M2 con 500 missili anticarro TOW (Tube-Launched Optically-tracked Wire-guided) e 250.000 munizioni da 25 mm; 100 M-113 APC; 55 MRAP (Mine-Resistant Ambush-Protected vehicle); 258 HUMVEE (High-Mobility Multipurpose Wheeled Vehicle); 18 obici semoventi da 155 mm e 18 veicoli per il trasporto delle munizioni relative (ammunition support vehicle); 150.000 proietti d’artiglieria da 155mm; 1000 proietti guidati da 155 mm; equipaggiamento per sistemi aerei unmanned; capacità di difesa aerea; ambulanze HMMWVs (High-Mobility Multipurpose Wheeled Vehicles) ed equipaggiamento medico; circa 150 generatori; attrezzatura da campo; 10 mortai da 120 mm e 20.000 bombe da mortaio da 120 mm; 10 mortai da 82 mm; 10 mortai da 60 mm; 37 MRAP (Mine-Resistant Ambush-Protected) COUGAR; 6 armored utility trucks; missili ad alta velocità anti-radiazioni di tipo HARM; bombe aeree a guida satellitare JDAM; 1200 proiettili da 155 mm del sistema RAAM (Remote Anti-Armor Mine); 36 obici trainati da 105 mm con 95.000 proiettili da 105 mm; missili RIM-7 SEA SPARROW per la difesa aerea; 4000 razzi ZUNI; circa 2000 razzi anti-armor; 2700 lanciagranate e armi leggere; mine anti-uomo Claymore; munizioni ed attrezzature per la demolizione; dispositivi di visione notturna e ottiche; sistemi di comunicazione tattici sicuri; giubbotti antiproiettile e altre attrezzature da campo.

In riferimento al supporto militare di altri Paesi, è da segnalare l’annuncio del Premier inglese Rishi Sunak, il quale ha recentemente confermato la volontà di inviare 12 MBT CHALLENGER 2 e 30 obici semoventi AS-90 all’Ucraina, con i carri attesi già per nelle prossime settimane. Tale dichiarazione metterebbe quindi sotto pressione la Germania, produttrice dei LEOPARD, che potrebbe così approvare la proposta polacca di inviare tali MBT all’Ucraina. Con l’invio dei CHALLENGER 2, l’Inghilterra diventerebbe la prima nazione Occidentale a fornire carri pesanti all’Ucraina. Inoltre, nei primi giorni di gennaio, la Germania ha dichiarato che fornirà circa 40 veicoli da combattimento per la fanteria MARDER. A ciò ha fatto seguito la comunicazione della Francia che ha deciso di inviare circa 30 AFV (Armored Fighting Vehicle) AMX-10 RC, in quella che è sembrata una sequenza coordinata di annunci. Sembrerebbe muoversi qualcosa anche per quanto riguarda l’Italia: è di pochi giorni fa infatti la notizia del possibile trasferimento di una batteria del sistema antiaereo/antimissile SAMP/T all’Ucraina.

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