
Il cantiere turco ARES ha annunciato di aver ricevuto un ordinativo da parte del Ministero della Difesa della Turchia per la costruzione di USV (Unmanned Surface Vehicles) armati ULAQ nelle versioni ASW (Anti-Submarine Warfare) e AsuW (Anti-Surface Warfare). Non sono stati resi noti né i costi, né i quantitativi ordinati, anche se alcune fonti parlano di 25-30 mezzi, con un costo unitario di “qualche milione di dollari”.
L’ULAQ ha terminato le prove di qualifica nel 2022 ed è stato sviluppato congiuntamente da ARES e da Meteksan Defence. La versione ordinata ha lo scafo in composito da 11 m, un nuovo apparato propulsivo diesel prodotto da Tümosan e 2 idrogetti, con un’autonomia di 400 km e una velocità massima di 35 nodi. Il mezzo dispone di un sistema di comunicazioni sicure (criptate) che gli consentono di essere controllato da postazioni sia navali (fregata o LHD) che terrestri (furgone, veicolo tattico, o edificio).
La versione per le operazioni di superficie dispone di un sistema d’arma articolato con un lanciatore quadrinato per razzi guidati da 70 mm CIRIT e un lanciatore binato per missili anticarro a guida laser L-UMTAS, entrambi prodotti dall’azienda turca Roketsan. Il primo lancio di un razzo CIRIT era stato effettuato nel maggio 2021. I sensori comprendono un piccolo radar di navigazione e una “palla” optronica con diversi sensori diurni e notturni.
La versione antisommergibile, invece, dovrebbe disporre di 2 siluri leggeri ORKA e di 12 sonoboe. Tuttavia, il condizionale è dovuto al fatto che, mentre la versione ASuW è stata già collaudata, di quella antisom sono state rilasciate soltanto informazioni generiche. Durante l’esposizione DIMDEX 2022 a Doha erano infatti state presentate anche soluzioni equipaggiate con un VDS (Variable Depth Sonar) o con sonar filabile di derivazione elicotteristica. Secondo il produttore, le versioni ordinate possono consentire operazioni autonome e si possono anche interfacciare con altri mezzi unmanned, sia aerei che di superficie. Non è dato di sapere se l’autonomia operativa si riferisca solo alla navigazione (trasferimento e pattugliamento, con la capacità di evitare autonomamente ostacoli e collisioni), oppure se comprenda anche la scoperta/identificazione di contatti sospetti.
Tra le soluzioni annunciate (e forse ordinate come moduli alternativi della versione ASuW) appaiono la variante armata leggera, Port Security, con una mitragliatrice da 12,7 mm per la protezione di infrastrutture e basi e per la scorta di navi in transito, e la variante con apparati di guerra elettronica.
L’ordinativo di questo tipo di mezzo, dotato di armamento, è comunque un passo importante, tanto che fino ad ora gli unici USV armati ufficialmente in servizio risultavano essere quelli israeliani. In generale, vi è una notevole prudenza nell’impiego di mezzi unmanned armati, sia dal punto di vista legale che da quello operativo, perché devono affrontare evidenti problematiche relative all’affidabilità e alla sicurezza.
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