RIVISTA ITALIANA DIFESA
Il blitz russo in Crimea 03/03/2014 | Pietro Batacchi

Dopo la fuga del Presidente Yanukovich e l’installazione di un nuovo Governo ad interim, la Russia ha dato il via alla ripresa della strategica penisola di Crimea mentre la Duma ha autorizzato il Presidente russo ad impiegare la forza in tutta l’Ucraina per salvaguardare gli interessi russi e le popolazioni di etnia russa o russofone in ucraina.A neanche 3 giorni di distanza dall’avvio dell’escalation, la Crimea è di fatto tornata sotto il controllo di Mosca. L’operazione ha dimostrato gli ottimi tempi di reazione della catena di comando e controllo russa ed un’eccellente preparazione, figlia presumibilmente di piani di contingenza ad hoc, ed ha coinvolto in parte milizie locali filo-russe ma, soprattutto, alcuni reparti regolari delle Forze Armate russe. Inizialmente, questi hanno operato con divise anonime senza mostrine e insegne militari, ma già da sabato 1° marzo era evidente il pesante coinvolgimento dei “regolari” russi. L’obbiettivo del blitz russo è stato duplice. Da un lato, occupare tutti gli obbiettivi strategici della Penisola, aeroporti, palazzi governativi, nodi stradali e sede delle comunicazioni, e, dall’altro, convincere le forze ucraine di stanza in Crimea a non intervenire e/o a passare dalla parte russa. Di fatto in un giorno entrambi questi obbiettivi sono stati conseguiti sostanzialmente senza sparare un colpo. I reparti più pesantemente coinvolti sono stati quelli di stanza già in Crimea, a cominciare da quelli della base di Sebastopoli. Sebastopoli, nell’ambito di un accordo pluriennale di affitto con l’Ucraina, è sede della Flotta del Mar Nero della Marina Russa. Questa comprende l’incrociatore a propulsione convenzionale classe SLAVA MOSKVA, ammiraglia della Flotta, un incrociatore antisom classe KARA, un cacciatorpediniere classe KASHIN ed un paio di fregate classe KRIVAK. Questa task force d’altura è affiancata da 5 corvette antisom della classe GRISHA e derivati, da 10/12 motomissilistiche classe NANUCHKA e TARANTUL II/III e 7/8 cacciamine. Dalla base opera anche un sottomarino classe KILO. Per le operazioni anfibie sono, poi, disponibili 7 unità da sbarco della classe ALLIGATOR e ROPUCHA-I. Sebastopoli è poi sede del Comando della 810ª Brigata di Fanteria di Marina, i cui uomini sin da subito sono stati coinvolti nell’operazione per la presa degli obbiettivi strategici in Crimea. L’unità ha una configurazione grosso modo simile a quella di una Marines Expeditionary Unit dei MARINES. E’ basata su 3 battaglioni di fanteria, di cui uno di assalto con capacità paracadutista, una compagnia Recon e 3 batterie di supporto, una di artiglieria, una anticarro e una di difesa aerea. I battaglioni di fanteria sono su BTR-80 mentre la compagnia Recon dovrebbe avere almeno un plotone su carri leggeri PT-76 (non è chiaro se l’unità abbia già iniziato a ricevere i T-80 come da programmi), oltre a BRDM Recon.. Durante le operazioni sono stati visti operare anche diversi 4x4 tattici multiruolo Gaz TIGR (in dotazione anche ai paracadutisti). La compagnia di artiglieria dovrebbe avere 6 lanciatori BM-21 e altrettanti (o 4) obici semoventi leggeri da 122 mm 2S1, la compagnia controcarro 6 BRDM in configurazione controcarro e la compagnia antiaerea 4 semoventi antiaerei ZSU-23-3 SHILKA e 4 complessi missilistici sup-aria SA-9 in variante anfibia. Il dispositivo aeronavale russo è completato da una brigata costiera, di stanza ad Anapa, su 3 complessi pesanti antinave K-300P BASTION e dagli assetti dell’Aviazione Navale. In particolare nella base di Kacha, sono presenti una ventina di elicotteri antisom Ka-27 e Mi-14 (anche per operazioni SAR), più un reggimento composito ala fissa/ala rotante – su An-2/12/26 e Mi-8 - mentre nella base di Gvardeyskoye una ventina di cacciabombardieri Su-24. Come si diceva, i “Marines” della 810ª sono stati i primi a muoversi, assicurando il controllo degli aeroporti e degli edifici governativi. Progressivamente, i comandi russi hanno poi iniziato ad inserire, sfruttando l’arco notturno, anche i primi elementi delle forze speciali e dei paracadutisti attraverso diverse sortite di Ilyushin Il-76. Ad essere pienamente mobilitata è stata soprattutto la 76ª Divisione d’Assalto Aero di stanza a Pskov, nel distretto militare di San Pietroburgo, l’unità ad alta prontezza operativa dell’Esercito riconfigurata in reparto d’assalto aereo nel 2007. L’unità, che ha l’organico e la configurazione di una brigata, può contare su 2 reggimenti d’assalto aereo, un reggimento di artiglieria e un reggimento di difesa aerea, più le unità di supporto, ed un battaglione Recon. I reggimenti di assalto aereo, che mantengono un battaglione di paracadutisti, sono montati su BMD-2/3, ma sono in via di acquisizione anche i più moderni BMD-4. Il reggimento di artiglieria dispone di mortai semoventi 2S9 NONA da 120 mm, su scafo BMD-3, e di semoventi 2S25 SPRUT-D da 125 mm, sempre su scafo BMD-3, mentre il reggimento SAM è basato su sistemi SA-10 basati su scafi BMD-3. Infine, il nuovo battaglione Recon dovrebbe disporre già di UAV israeliani BIRD-EYE 400, I-VIEW MK150, and SEARCHER Mk II. La 76ª Divisione d’Assalto Aero è stata, inoltre, la prima unità dell’Esercito russo ad essere equipaggiata con il nuovo sistema di comando e controllo tattico SOZVEZDIYE che permette di integrare in rete tutti i sistemi e i mezzi e di garantire il link con il sistema satellitare GLONASS. In realtà, i primi a prendere terra in Crimea dovrebbero essere stati gli Spesnatz del leggendario 45° Detached Reconnaissance Regiment. L’unità, inquadrata nel comando delle truppe paracadutiste, in caso di crisi o guerra passa direttamente sotto il Comando del GRU, l’intelligence militare russa, con i cui elementi generalmente opera nelle prime fasi dei conflitti o nelle operazioni di contro-guerriglia come accaduto in Cecenia, dove gli uomini del GRU nel corso degli anni hanno progressivamente eliminato gran parte dei quadri intermedi dei gruppi jihadisti.E possibile che tra i militarsi senza distintivi e mostrine che nelle prime ore della crisi hanno preso il controllo degli edifici governativi in Crimea ci fossero, appunto, anche elementi del GRU. Tra sabato 1° marzo e domenica 2 marzo, il dispositivo russo in Crimea è stato ulteriormente rafforzato dopo che sono stati segnalati voli di elicotteri, Mi-24 d’attacco e Mi-8 da trasporto, che potrebbe essere stati ridispiegati nell’aeroporto di Belbek, sede di una base dell’Aeronautica Ucraina (in particolare della 204th Tactical Aviation Brigade che dovrebbe disporre di 10/15 MiG-29), passata sotto il controllo russo. Ad oggi, la Russia ha il completo controllo della Crimea. Nelle operazioni potrebbero essere coinvolti circa 10.000 uomini mettendo nel conto reparti regolari, milizie locali filo-russe e unità para-militari russe, più alcune elementi dei Berkut ucraini, protagonisti della repressione di piazza Maidan, sciolti dalle nuove autorità ucraine, ma prontamente reclutati dai Russi. Gli spostamenti sono molto discreti ed avvengono per ora a bordo di automezzi e veicoli leggeri TIGR, di cui sono stati avvistate diverse colonne in diverse parti della Crimea. Nelle ultime ore, il buildup è andato avanti e dovrebbe essere iniziato il coinvolgimento anche di truppe convenzionali. Secondo ultime informazioni, infatti, sarebbero iniziati ad affluire via traghetto uomini e mezzi nella parte orientale della Crimea (Kerch).

Per approfondimenti RID 4/2014


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