
Stamattina i Russi hanno lanciato un nuovo attacco contro la capitale dell’Ucraina Kiev impiegando i droni suicidi iraniani SHAHED-136, GERAN-2 secondo la denominazione russa. Non è chiaro quanti e quali bersagli siano stati colpiti. Sicuramente una buona parte dei droni è stata intercettata dalla difesa antiaerea posta a protezione della capitale. Da alcuni video che circolano sul Web è possibile udire almeno un paio di grosse esplosioni e pure lo stesso sindaco di Kiev Klitschkoha parlato di esplosioni nel quartiere centrale Shevchenkivskyi, mentre la stessa amministrazione comunale della capitale ha parlato di 13 droni abbattuti. Detto questo, da fonti OSINT al momento non si ha traccia di bersagli realmente colpiti. La nostra valutazione è che le difese antiaeree a difesa della capitale nelle ultime 2-3 settimane siano state molto rafforzate e siano più efficaci, in particolare grazie all’uso dei sistemi anti-drone forniti dagli Americani in uno degli ultimi pacchetti di equipaggiamenti militari inviati a Kiev. Gli SHAHED-136, dopo 3 settimane di quasi assenza, sono ricomparsi sul campo di battaglia negli ultimi giorni, dopo che presumibilmente i Russi hanno adottato alcune modifiche per permettere loro di operare a quote più basse e installato dei sistemi per evitare la formazione di ghiaccio sulle ali. L’attacco di stamattina dovrebbe essere stato lanciato dal territorio della Bielorussia, dove, peraltro, sta continuando il buildup delle forze russe e dove solo negli ultimi giorni sarebbero stati trasferiti, tra gli altri, oltre 60 carri T-72B3M.
La situazione sul terreno, nel frattempo, sta iniziando a dare i primi segni di cambiamento, con l’arrivo del gelo e la diminuzione dell’impatto del fango sui movimenti dei mezzi. Le forze russe, in particolare i “musicisti” della Wagner, sono entrati dopo settimane di feroci combattimenti, e approfittando pure della rotazione di alcuni reparti ucraini schierati a difesa della città, nei quartieri orientali di Bakhmut. La città è strategica poiché è uno degli snodi più importanti - l'altro, più a sud, è Avdiivka – su cui è incardinato il dispositivo di difesa di Kiev nel Donbas; un dispositivo messo in piedi dall'Esercito Ucraino in 8 anni e fatto di trincee, bunker, capisaldi e campi minati, e che ha consentito in questi mesi di mettere al sicuro i 2 grandi centri di Slovjansk e Kramatorsk. Gli Ucraini, invece, hanno intensificato il lavoro con l’artiglieria di precisione nella profondità dell’Oblast di Zaporizhia, concentrandosi su infrastrutture e snodi logistici: la preparazione per quell'iniziativa in grande stile diretta verso Melitipol/Berdyansk di cui si parla da settimane? Lo vedremo nei prossimi giorni/settimane.
Infine, 2 ulteriori notizie. La prima, sembra che gli USA abbiano deciso il trasferimento di una batteria di missile superficie-aria PATRIOT all’Ucraina. Non è chiaro di quale modello potrebbe trattarsi. Il PATRIOT, ricordiamolo, nasce come sistema antiaereo a lungo raggio ed evolve come sistema antimissili balistici. Pertanto, più che nell’area di Kiev, sarebbe utile sopratutto nelle aree a sud (Odessa, Mikolaiv) ed est dell’Ucraina, dove la minaccia balistica e aerea russa è più significativa. La seconda, il Presidente russo Putin ha firmato la legge sul bilancio dello stato per il 2023: la previsione di spesa per la Difesa è circa 84 miliardi di dollari, mentre per la sicurezza interna la previsione è di una settantina di miliardi. Come si direbbe qua in Italia, a legislazione vigente il bilancio della Difesa 2023 sarà presumibilmente più alto, visto, per esempio, che già quest’anno, secondo alcune stime, la Russia, stante la Guerra in Ucraina, spenderà per la Difesa al 31 dicembre una novantina di miliardi di dollari rispetto ai circa 74 pianificati.
Ulteriori approfondimenti su RID 1/23 in uscita a fine mese.