La visita dello scorso 17 febbraio, da parte del leader cinese Xi Jingping, presso una delle unità della aviazione cinese (PLAAF) è stata utile nel rivelare alcuni nuovi dettagli sul bombardiere indigeno H-6K. Il 36° stormo bombardieri, in particolare il 107° reggimento di stanza nella base di Lintong (Xi’an), è dotato di 3 versioni del bombardiere cinese: la variante più anziana H-6H, entrata in servizio alla fine degli anni ’90 e armata con soli 2 missili da crociera aria-superficie KD-63 a guida ottica; la versione H-6M, entrata in servizio nel 2007, dotata di 4 piloni sub-alari, 2 dei quali in grado di trasportare una coppia di missili aria-superficie CJ-10A (o KD-20 secondo la denominazione cinese) con una gittata di 2.500 km, oltre a nuovi sistemi per l’allerta missile e la guerra elettronica; infine, l’ultima versione H-6K. A proposito di quest’ultima, il tour all’interno dell’abitacolo effettuato dal Presidente cinese, puntualmente immortalato dai media locali, ha fornito una visione abbastanza dettagliata del cockpit del velivolo. In primis, si nota la presenza di un “glass cockpit” con almeno 5 schermi multifunzione e di sediolini eiettabili per l’equipaggio, quest’ultima una caratteristica mai vista nelle versioni precedenti del H-6. Emersa come prototipo nel 2007 e introdotta in servizio 2 anni dopo, la “K” rappresenta una versione profondamente modificata rispetto alle varianti precedenti, derivate dal TU-16 russo. In particolare, nello H-6K la prua in vetro è stata sostituita da un robusto radome all’interno del quale è presente un radar ed un nuovo pod elettro-ottico per la designazione dell’obiettivo. Inoltre, i 2 nuovi motori turbofan di fabbricazione russa D-30-KP2 (in attesa del propulsore indigeno WS-18, ancora in fase di sviluppo), l’allargamento delle prese d’aria e l’utilizzo di materiali compositi più leggeri, hanno incrementato il raggio d’azione del velivolo del 30%, portandolo a circa 3.500 km. Infine, va evidenziato come la capacità di trasporto di armamenti sia decisamente migliorata rispetto alle versioni precedenti. Lo H-6K, infatti, può trasportare ben 6 missili CJ-10A, montabili sui piloni subalari, più un altro paio nelle baie interne, oltre ad una vasta gamma di bombe guidate. L’aumento dell’autonomia del velivolo, unito alla gittata dei missili cruise KD-20, rendono lo H-6K un bombardiere con un raggio operativo di 5/6.000 km, consacrandolo come primo vero bombardiere strategico in seno alla PLAAF.