RIVISTA ITALIANA DIFESA
Presentato il B-21 RAIDER, il bombardiere del futuro 03/12/2022 | Andrea Mottola

A 7 anni dall’assegnazione del contratto LRSB, il 2 dicembre la Northrop Grumman ha presentato nella sua struttura di Palmdale il nuovo bombardiere strategico B-21 RAIDER destinato a sostituire l’attuale flotta strategica dell’USAF composta da B-1B LANCER e B-2 SPIRIT, e ad affiancare gli immortali B-52H STRATOFORTRESS. Si tratta del primo velivolo appartenente alla cosiddetta 6ª generazione ad essere presentato ufficialmente nella sua forma definitiva. Come tale, disporrà delle varie caratteristiche distintive previste per questa tipologia di piattaforme, in primis bassa segnatura radar, diffuso utilizzo di IA nella gestione della macchina e di alcuni sistemi, elevata capacità di raccolta, ricezione, trasmissione e condivisione di informazioni con altri velivoli e con sistemi cloud, gestione diretta di piattaforme collaborative aeree, (i cosiddetti UAV gregari/adjunct) da parte dell’equipaggio e architettura aperta per favorirne l’adattamento ad armamenti di futura concezione e, soprattutto, la flessibilità necessaria ad operare in scenari multidominio/multiteatro ed eseguire penetrazioni in aree densamente difese.

Attualmente, com’è ovvio, non esistono dati precisi sulle caratteristiche strutturali e le capacità prestazionali dell’aereo. Quel che è certo è che, come il suo diretto predecessore B-2, il RAIDER potrà impiegare armamento convenzionale e nucleare e sarà dotato di una segnatura radar estremamente ridotta – uguale, se non inferiore a quella dello SPIRIT – “difficilmente rilevabile anche per i più sofisticati sistemi di difesa aerea”, secondo quanto affermato dal Segretario alla Difesa Austin. Sarà in grado di colpire diversi tipi di bersagli – certamente quelli di superficie, terrestri e navali, ma non vanno esclusi quelli sommersi/sotterranei e satellitari/spaziali - situati in ogni parte del globo, grazie ad un’autonomia di base elevata, integrata dalla capacità di rifornirsi in volo. Ciò implica la non necessità di basarlo in teatro operativo, o a ridosso dello stesso, con i relativi vantaggi in ambito logistico e manutentivo. In tale settore, peraltro, lo stesso Austin ha parlato di un design progettato fin dal principio nell’ottica dell’efficienza e dell’“economicità” gestionale della piattaforma – tramite diffuso utilizzo di “agile software”, strumenti di ingegneria digitale e tecniche di manifattura avanzata - che avrà “costi manutentivi e di supporto che saranno i più bassi mai avuti per un bombardiere”, andando ad affrontare una delle pochissime note dolenti dei B-2 che per tali motivi è stato prodotto in appena 21 esemplari. La suddetta caratteristica relativa ai contenuti costi di gestione dell’aereo dovrebbe consentirne la produzione di almeno 100 esemplari previsti dall’Air Force (che in realtà ne vorrebbe oltre 150) ad un prezzo medio attualmente stimato in 692 milioni l’uno.

Strutturalmente è evidente la somiglianza con il B-2 - nella conformazione triangolare tuttala dell’aereo e nel caratteristico profilo del muso a “becco di falco” lievemente meno pronunciato - sebbene il RAIDER appaia in generale di dimensioni inferiori elemento che, verosimilmente, contribuirà a ridurne la segnatura radar. Al contrario, le prese d’aria risultano in posizione più avanzata verso il muso e riprogettate con una forma più piatta e a basso profilo - forse per agevolare un’accelerazione del flusso volta al raggiungimento di velocità “semi-supersoniche” – secondo una configurazione dalle linee più “morbide”, seguita anche nel design delle gondole conformali dei motori che risultano apparentemente meno accentuate. Le citate caratteristiche delle prese d’aria non consentono di definire con certezza il numero dei motori che equipaggeranno il B-21, sebbene la larghezza complessiva del velivolo appaia adeguata alla presenza di 4 propulsori, elemento che potrebbe trovare ulteriore conferma nella presenza delle piastre divisorie poste verticalmente all’interno delle prese d’aria. La sezione dell’abitacolo sembra più stretta con finestrature più piccole e di forma diversa, soprattutto nel caso di quelle laterali, poste in obliquo rispetto al cockpit, che danno l’idea di una ridotta visibilità. Nel corpo centrale della fusoliera si nota una maggiore ampiezza e una profondità più marcata della parte ventrale ad indicare, probabilmente, un ampio spazio di carico della baia armi che, nonostante le dimensioni ridotte dell’aereo, potrebbe non implicare necessariamente un payload inferiore rispetto al B-2 o, quantomeno, non di molto. Il design del bordo d’attacco alare sembra differente, così come l’angolo dell’ala, che potrebbe denotare una soluzione “a doppia freccia”, simile a quella scelta per l’X-47B. Il carrello principale, infine, è dotato di 2 ruote rispetto alle 4 presenti sul B-2, mentre la parte posteriore dell’aereo è stata attentamente nascosta durante la cerimonia, rendendo inutili ipotesi sulla configurazione degli scarichi e della coda, sebbene quest’ultima sia certamente priva di piani orizzontali e verticali e, probabilmente, con una linea meno “dentata” dello SPIRIT. Impossibile non notare il coating grigio chiaro del B-21 presentato, decisamente più leggero sia del nero usato sugli F-117 e sullo SPIRIT, che di quello tipico dei caccia F-22 ed F-35. Tale caratteristica, tuttavia, potrebbe non risultare definitiva.

Dalle informazioni disponibili, attualmente esistono 4 aerei già prodotti, dei quali uno utilizzato per i test statici a terra – denominato G-1 - e uno protagonista della presentazione – designato T-1 – mentre altri 2 risultano in produzione. Il primo volo del T-1 dovrebbe avvenire entro la fine del 2023 - sotto la responsabilità del 420 Flight Test Squadron di Edwards - in vista di una presumibile entrata in servizio dei primi B-21 di serie nel 2027.

Ulteriori dettagli e approfondimenti su RID 1/23


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