RIVISTA ITALIANA DIFESA
Ucraina, il punto di situazione sulla guerra e sulle armi italiane 01/12/2022 | Igor Markic

Complice anche le condizioni meteorologiche e il terreno fangoso, nelle ultime settimane si sta registrando una situazione di sostanziale stallo in Ucraina, anche se diversi segnali sul terreno mostrano come le 2 parti si stiano preparando ad una ripresa più attiva delle ostilità nelle prossime settimane. I Russi hanno al momento stabilizzato il fronte a nord, sulla linea Svatove- Kremynna, con una serie di contrattacchi, ma da giorni lo Stato Maggiore di Kiev sta ammassando forze nell’Oblast di Kharkiv, probabilmente proprio per raggiungere Svatove e minacciare così da nord il cuore del Lugansk e, soprattutto, Lysichansk e Severodonetsk. Più a sud, le forze russe, in particolare i “musicisti” della Wagner, continuano ad avanzare lentamente a sud e sudest di Bakhmut, e nel settore della raccoforte di Avdivka (Donetsk). Qui l’iniziativa russa è complicata dalla presenza di uno dei più complessi e “duri” sistemi di fortificazioni del mondo, secondo solo a quello lungo il 38°é parallelo in Corea, realizzato dagli Ucraini a partire dal 2015. Il fronte di Kherson è completamente fermo. I Russi, che controllano ancor la diga di Nova Kkakovka su Dneper, si stanno trincerando in profondità nell’area ad oriente del fiume e nel nord della Crimea, realizzando un complesso di opere difensive scaglionato, e continuano sistematicamente a colpire la città di Kherson, ormai a tutti gli effetti una città fantasma. Per il momento, le forze di Mosca stanno mantenendo anche il Kinburn Spit (nella foto), nella penisola omonima (Oblast di Mikolaiv) alla foce del Dneper, dopo aver respinto alcuni tentativi di sbarco/infiltrazione in forze degli Ucraini. Dal canto loro, le forze di Kiev con l’artiglieria di precisione a ungo raggio colpiscono in profondità in tutto l’Oblast di Kherson e Zaporizhia, “molestando” la farraginosa logistica delle forze di Mosca fino al grande hub incentrato sulla cittadella di Melitipol e sullo strategico snodo di Tokmak. Proprio a Zaporizhia, in particolare sulla linea Orikiv-Huliapole, i Russi si attendono una nuova offensiva ucraina dopo che il buildup delle forze di Kiev sta andando avanti da settimane. Il gelo, e la fine del fango, potrebbero favorire uno sviluppo del genere. Su un piano più strategico, Mosca mira a congelare il conflitto e per far questo continuerà a giocare la carta “coercitiva” degli attacchi all'infrastruttura energetica ucraina e della manipolazione dell’opinione pubblica europea alle prese con la fiammata inflazionistica e del caro energia. L’industria militare lavora h24, 7/7 per questo e potrebbe aver superato la produzione mensile di 100 missili (KALIBR, Kh-101 e ISKANDER), mentre a breve dovrebbe partire pure in house la produzione di droni iraniani. Da valutare anche la quantità e qualità delle ultime forniture di Teheran con numerosi voli cargo tra i 2 Paesi e se Mosca è entrata in possesso anche dei primi missili balistici a corto raggio FATEH-110 e ZULFIQAR. Gli Ucraini, invece, continueranno a premere su NATO ed Europa per ricevere nuovi sistemi antiaerei – in particolare in discussione è la fornitura dei PATRIOT – e generatori/componentistica per la rete elettrica. Infine, per ciò che concerne l’Italia, oggi in Consiglio dei Ministri verrà approvato il decreto che proroga “fino al 31 dicembre 2023 l’autorizzazione, previo atto di indirizzo delle Camere, alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative dell’Ucraina”. Questo provvedimento darà copertura legale alle forniture militari a Kiev fino a tutto il prossimo anno; poi, con un decreto inter-ministeriale ad hoc, a fine mese verrà dato il via libera effettivo al sesto pacchetto di armi che, secondo fonti della Difesa da noi sentite, in questo momento non comprenderebbe le batterie SPADA basate sui missili ASPIDE.

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