RIVISTA ITALIANA DIFESA
Ucraina, la strana (per ora) guerra di Kherson 08/11/2022 | Pietro Batacchi

Dopo le offensive ucraine di settembre il fronte di Kherson è entrato in una fase di stallo. Ma si tratta di uno stallo solo apparente. Gli Ucraini sono a meno di 30 km dalla città di Kherson ed i Russi hanno completato l’evacuazione dei civili, mentre la notizia di un loro ritiro ad est del fiume Dnepr sta continuando a circolare. Lo Stato Maggiore di Kiev sembra non voler dar credito a questa notizia e sta ammassando nuove truppe e mezzi per ripianare le perdite subite nel tentativo di raggiungere il capoluogo prima che gli effetti del fango e del freddo rendano molto complicate le operazioni offensive (al momento, nel sud, le condizioni dei fondi stradali sono però buone). Le perdite sono state molto alte sopratutto sulla direttrice di Posad-Pokrovske e Andreevka-Sukhy Stavok; su questa seconda direttrice la testa di ponte ucraina creata ad ovest dell’Inhultets è stata piano, piano quasi azzerata dall’artiglieria e dall’Aviazione russa. L’obbiettivo di Kiev è mantenere la superiorità numerica che, unitamente alla precisione dell’artiglieria, è il fattore che ha determinato gli ultimi successi ucraini, nel sud come a Kharkiv. I Russi, dal canto loro, si stanno trincerando e “indurendo” a Kherson e in tutto l’Oblast che resta sotto il loro controllo. Campi minati di sbarramento e indirizzamento per kill box di artiglieria sono stati allestiti dentro e fuori Kherson, così come fossati e barriere anticarro, mentre le linee sono state rinforzate da capisaldi in cemento – per il tiro con cannoni e armi pesanti. Come confermato dallo stesso Stato Maggiore ucraino, i Russi mantengono dispiegati nell’area ad ovest del Dnper le loro truppe migliori – unità aviotrasportate e fanteria di Marina – ed hanno fatto affluire nelle retrovie i primi soldati usciti dalla mobilitazione (potrebbero essere già circa 10.000, forse anche di più). La sensazione è che Mosca ritenga la città di Kherson ed una parte dell’Oblast un “quantum minimo” per garantire protezione e profondità alla Crimea, e il suo approvvigionamento di acqua potabile. Un’area, insomma, altamente strategica.


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