RIVISTA ITALIANA DIFESA
Ucraina, ancora attacchi russi con droni in tutto il Paese 17/10/2022 | Pietro Batacchi

Un’altra mattinata di attacchi con droni da parte dei Russi in tutta l’Ucraina. Colpita la stessa capitale, dove si sarebbero registrate fino a 9 esplosioni, ma pure l’area di Dnipro e Mykolaiv. Gli obiettivi: centrali elettriche e depositi di carburante (Mykolaiv). I protagonisti sono stati ancora una volta i droni suicidi di fabbricazione iraniana SHAHED 136 – GERAN 2 – con diversi video che stanno uscendo in questi minuti che documentano persino operatori della Polizia a Kiev che cercano di abbatterli con armi leggere. La contraerea ucraina, finora molto efficace contro minacce più classiche come i missili da crociera, regolarmente scoperti e tracciati dalla NATO e “passati” poi alle batterie antiaeree di Kiev, sembra in difficoltà nel contrastare una minaccia come quella dei droni suicidi. Una minaccia più subdola e meno rilevabile: droni come questi sono generalmente realizzati in materiali scarsamente riflettenti – plastiche e/o fibre – e seguono profili a bassa quota difficilmente individuabili da radar “convenzionali”. Per gli Ucraini occorre, dunque, quanto prima disporre di sistemi anti-drone dedicati, con jammer, radar in banda X e sistemi elettro-ottici. Basti qui ricordare tutte le difficoltà che i Sauditi in questi anni hanno incontrato nel contrastare l’analoga minaccia dei ribelli yemeniti Houthi (che impiegano sempre droni di fornitura iraniana).

Nel frattempo, in questi giorni è stato segnalato l’arrivo di un altro volo cargo iraniano in Russia. Secondo alcune fonti, gli Iraniani starebbero trasferendo ai Russi anche missili balistici a corto raggio FATEH 110 – fino a 300 km di portata e una testata del peso tra i 450 e i 650 kg - e la versione a gittata accresciuta ZOLFAGHAR (700 km). Teheran ha sviluppato ormai da anni – dimostrando un’eccellente capacità di adattarsi al regime sanzionatorio – un’industria dedita alla riproduzione in house di componentistica di diversa origine, occidentale e non, e allo sviluppo e realizzazione di droni, missili, ecc., sfruttando allo stesso tempo triangolazioni e rapporti consolidati con Cina e Corea del Nord. Al contrario la Russia non ha – quanto meno fino a febbraio 2022 – saputo/voluto emanciparsi completamente dall’apporto di aziende occidentali e la necessità di ricorrere al supporto iraniano ne è la dimostrazione più lampante. È chiaro, però, che un Paese come la Russia ha adesso tutte le carte in regola e i legami internazionali per resettarsi e riadattarsi al nuovo ambiente strategico-industriale. Con il supporto di Teheran, Mosca potrebbe mettere in piedi in pochi mesi un'industria "low cost" per la produzione su vasta scala di droni, da utilizzare sistematicamente per ondate di attacchi a sciame e di saturazione contro l'Ucraina. 


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