RIVISTA ITALIANA DIFESA
Portaerei e drone carrier, lanciamo un programma europeo 10/10/2022 | Pietro Batacchi

Oggigiorno i Paesi europei presi singolarmente sono sempre più in difficoltà nell’affrontare scenari complessi e duri, dove il pendolo del conflitto oscilla tra una situazione di super-competizione permanente, e una situazione di guerra convenzionale pura (sotto condizioni di minaccia o possibile utilizzo dell’arma nucleare), passando per una situazione intermedia di tipo ibrido o grigio. Occorre, dunque, mettere a sistema risorse e capacità per rendere fattibili investimenti e strategie industriali di lungo periodo, e farlo in un orizzonte europeo, offrendo alle Forze Armate non solo il prodotto migliore ma anche quello più sostenibile.

Nel settore navale, oggi abbiamo il programma EPC (European Patrol Corvette), ai nastri di partenza, e poco altro. Manca un qualcosa di veramente strategico, capace di coagulare un nocciolo duro di Paesi del Vecchio Continente facendo sì che essi possano incidere in maniera più rilevante sugli eventi internazionali. Ecco perché, ad avviso dello Scrivente, si dovrebbe iniziare a pensare ad un programma per lo sviluppo e la realizzazione di uno strumento di proiezione europeo, basato su un certo numero di portaerei di tipo convenzionale, affiancate da un certo numero di drone carrier. Paesi come l’Italia, che tra poco dovrà iniziare a pensare ad un rimpiazzo per il CAVOUR, la Francia, che ha già lanciato un progetto nazionale per il rimpiazzo della DE GAULLE, la Spagna e pure la Germania, dovrebbero sedersi attorno ad un tavolo per accordarsi su una serie di requisti e per condividere gli enormi costi di sviluppo di un programma così vasto e di questa complessità. Dobbiamo essere creativi e ambiziosi in periodi come questo ed ecco che potremmo pensare ad una componente, per esempio, basata su 3-4 portaerei convenzionali – con catapulte o skijump si può ragionare – ed un complemento di 5-6 più piccole drone carrier per l’impiego di droni di tutti i tipi – aerei, navali, subacquei. Insomma, un pacchetto europeo da proiezione che garantirebbe per 50 anni non solo lavoro per tutta la cantieristica europea, favorendo integrazioni e razionalizzazioni, ma anche la necessaria autonomia strategica all’Europa, da spendere tanto in ambito NATO, quanto in ambito extra-NATO quando e se gli interessi con il partner americano divergono. Dettagli e approfondimenti su RID 12/22.

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