RIVISTA ITALIANA DIFESA
L'attacco di Kerch e la reazione russa 10/10/2022 | Pietro Batacchi

L’attacco dell’8 ottobre al ponte di Kerch che unisce la Russia alla Crimea – un vero e proprio smacco, l’ennesimo, per Putin - ha innescato la dura ritorsione russa. Tra stanotte e stamattina, le forze di Mosca hanno lanciato una serie di strike – missili da crociera lanciati da bombardieri e navi nel Mar Nero, e pure droni kamikaze, alcuni partiti pure dal territorio bielorusso, per saturare l'efficace antiarea ucraina - che hanno colpito bersagli in tutta l’Ucraina: Leopoli, Odessa, Dniproe pure la stessa Kiev questa volta non è stata risparmiata. Sui canali Telegram russi si “celebra” l’evento dando il benvenuto alla direzione delle operazioni belliche del falco Generale Serghei Surovikin. Tra gli obbiettivi, centrali termiche ed elettriche, ponti, siti industriali e, nella capitale, bersagli civili e, si dice, anche una sede dello SBU, l’intelligence ucraina. Proprio quest'ultimo potrebbe essere dietro la clamorosa azione contro il ponte di Kerch. I Russi continuano ad affermare che l’accaduto è da attribuire ad un camion bomba, ma ad un attento esame dei tanti video disponibili pare proprio che si tratti di un attacco condotto con un barchino esplosivo telecomandato o con una “mignatta” (carica) posta da “uomini rana”. Le strisce bianche dell'asfalto collassato, infatti, sono intatte – e questo è incompatibile con l’ipotesi camion bomba – mentre l'esplosione sembra proprio provenire dalla parte inferiore del ponte. È chiaro che l’ipotesi di un attacco del genere presupporrebbe un’organizzazione logistica e operativa piuttosto articolata, con un team di diverse persone all'opera sul territorio della Crimea o da una nave madre. Potrebbe esserci stata qualche forma di supporto esterno? Chissà, ricordiamo però che tale episodio giunge dopo qualche giorno dai sabotaggi della rete gasifera NORDSTREAM nel Baltico. Un altro particolare interessante: la narrazione sull’evento da parte delle autorità di Kiev. Dopo una giornata intera passata a “festeggiare” l’attacco – con tanto di “dedica” per il compleanno di Putin del 7 ottobre – improvvisamente il super-consigliere di Zelensky, Podoliak, ha rovesciato il tutto addossando le responsabilità ai Russi. Una marcia-indietro evidente: forse un suggerimento di qualcuno desideroso di un profilo più basso da parte di Kiev?

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