RIVISTA ITALIANA DIFESA
“Esercito 4.0”, la rivoluzione dell’EI 14/09/2022 | Pietro Batacchi

È stato divulgato oggi il documento “Esercito 4.0”, il documento con il quale l’EI si avvia ad affrontare le sfide dottrinali, organizzative e di procurement del futuro. RID ve ne dà in anteprima e in esclusiva alcune anticipazioni (l'approfondimento completo sarà disponibile sul numero di ottobre in edicola dal 26 settembre). Si tratta di un documento molto ben strutturato, agile ed esaustivo, tutto impostato sul rinnovamento e su una crescita capacitiva volta a fronteggiare al meglio i moderni scenari “peer” secondo l’ormai consolidato approccio multidominio. Peraltro, il documento contiene novità molto interessanti e concrete anticipazioni di quelle che saranno le future scelte di procurement dell’EI, a cominciare dal settore della componente blindata e corazzata.

In questo quadro, nel breve termine, l’EI ha lanciato il programma di modernizzazione dell’ARIETE, ARIETE AMV; un programma per il quale è già stato stanziato un miliardo di euro – stanziamento destinato a crescere – e che consentirà non solo di migliorare notevolmente la piattaforma – dalla mobilità, alla letalità passando per la protezione – ma che permetterà pure all’industria nazionale di riattivare e consolidare una serie di competenze in ottica futuro carro europeo. Nel medio-lungo periodo, invece, l’Esercito punta al programma AICS (Armored Infantry Combat System) e al futuro MBT europeo. Su questo fronte, il documento fissa 2 concetti a nostro avviso chiave. Il primo, i 2 programmi dovranno avere respiro europeo, ma, allo stesso tempo, garantire il consolidamento di un polo industriale terrestre nazionale che “mantenga un’autorità di progettazione italiana per garantire la necessaria resilienza”. Chi pensava ad un’industria italiana terrestre buona solo per assemblare su licenza è servito. Il secondo, le piattaforme e di nuova generazione dovranno essere “cyber-native”, altamente integrate e connesse, e dotate di una serie di sistemi di protezione (sopratutto attivi) da minacce quali droni, loitering munitions, colpi di artiglieria, ecc.; non solo, ma queste stesse piattaforme “dovranno avvalersi di sciami/sistemi robotici automatici complementari” per assolvere alle “funzioni di esplorazione, scorta, sensore e allarme”.

Il secondo filone che sarà oggetto di ammodernamento riguarda l’artiglieria. In questo caso, l’EI punta innanzitutto alla costituzione di Grandi Unità di nuova concezione “che integrino tutti i sistemi in grado di sviluppare effetti in profondità, cinetici e non”: sistemi di artiglieria e missilistici a lungo raggio, loitering muntions, droni di vario tipo, EW e così via. A ciò bisogna poi aggiungere il potenziamento del settore dei lanciarazzi multipli (MLRS) e del munizionamento guidato, non solo per ciò che concerne il calibro da 155 mm, ma pure per altri calibri, così come lo sviluppo/acquisizione su larga scala di munizioni circuitanti, droni armati e droni per compiti di BDA (Bomb Damage Assessment) e di guida terminale del fuoco. Per quanto riguarda la componente ad ala rotante, nel breve periodo l’Esercito punta al completamento dei programmi NEES (Nuovo Elicottero Esplorazione e Scorta) AW-249 e LUH (Light Utility Vehicle) AW-169M con la progressiva entrata in servizio delle nuove macchine, mentre nel medio-lungo periodo, invece, si guarda la programma americano Future Vertical Lift (FVL) e alle 2 tecnologie che si confrontano nel suo ambito: quella compound e quella convertiplano. Si lascia così aperta la porta a diverse soluzioni.

Nel campo della difesa contraerei, oltre ai 2 programmi già in corso – GRIFO, nel settore difesa a corto raggio, e SAMP/T-NG, nel settore della difesa a media portata – “Esercito 4.0” parla esplicitamente della necessità di definire con l’industria nazionale i requisiti per lo sviluppo di una nuova famiglia di sistemi di sistemi a cortissima portata in variante spalleggiabile e veicolare.

Infine, si parla di logistica, una logistica che anche l’EI vuole di tipo “distribuito”, più capillare e in grado di “alimentare l’intera forza fino alla singola piattaforma”. In questo quadro “Esercito 4.0” delinea in prospettiva il massiccio utilizzo di UGV (Unmanned Ground Vehicle) per le attività di rifornimento e trasporto, l’ottimizzazione dell’utilizzo della risorsa umana ed il contenimento dell’esposizione alla minaccia.

In conclusione, il documento “Esercito 4.0” va nella giusta direzione segnando un deciso punto di svolta nella recente storia dell’EI. La Forza Armata, infatti, mette nero su bianco con forza e chiarezza narrativa la volontà di cambiare completamente il proprio paradigma e di puntare senza se e senza ma alla modernizzazione dei mezzi, della “cultura operativa” e pure dell’organica. Una vera e propria svolta, che dovrà adesso essere sostenuta da robusti investimenti, una parte dei quali sono già stati effettuati e/o programmati.

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