RIVISTA ITALIANA DIFESA
Pubblicato il nuovo Concetto Strategico del Capo di Stato Maggiore della Difesa 08/09/2022 | Pietro Batacchi

E’ stato ufficialmente pubblicato il nuovo Concetto Strategico del Capo di Stato Maggiore della Difesa, che aggiorna quello del gennaio 2020. Il documento, che si inserisce nel quadro delle recenti direttive ministeriali, ovvero la Direttiva di Politica Militare Nazionale (edizione 2022), la Strategia di Sicurezza e Difesa per il Mediterraneo (edizione 2022) e la Direttiva per la Politica Industriale della Difesa (edizione 2021), fissa una serie di assunti fondamentali sulla base anche delle lezioni che giungono dalla Guerra in Ucraina.

Primo fra tutti, il definitivo riconoscimento dell’affermazione di uno scenario dominato dalla competizione tra potenze nel cui ambito è necessario definire un nuovo paradigma della deterrenza, “di fatto sempre più connesso con lo sviluppo tecnologico e con uno strumento militare all’avanguardia, che abbia come corollari l’adozione di un modello operativo interforze e multidominio e la capacità di partecipare, a pieno titolo, alla rivoluzione in atto nel settore delle tecnologie militari”. Il passaggio più importante arriva, tuttavia, quando si afferma – con un accento narrativo del tutto nuovo rispetto ai documenti strategici di riferimento italiani degli ultimi 30 anni – che “a fronte di un mondo sempre più competitivo e complesso, il rafforzamento della componente militare del potere nazionale ha assunto un rilievo centrale”. Insomma, per far fronte all’aggressività russa, alla sfida sistemica della Cina e ad una nuova stagione di super-competizione occorre investire e potenziare la leva militare.

Il modello di riferimento, i cui tratti erano già stati anticipati nel Concetto Strategico del 2020, ma che adesso vengono definitivamente fissati, è dunque quello di uno strumento autenticamente interforze e multidominio, capace di assicurare la sincronizzazione delle azioni e degli effetti in tutti i domini di riferimento (terra, mare, aria, cyber, Spazio e cognitivo).

Da qui discende la necessità di rafforzare tutta una serie di capacità, da quella antimissile, a quella contro-drone, ma non solo. Per esempio, in campo spaziale il documento sottolinea che dovranno essere sviluppati nuovi sensori e capacità di osservazione e analisi e che, “in una prospettiva futura a più ampio respiro” si dovrà pure “investire e valutare la possibilità di dotarsi di una capacità autonoma di accesso allo Spazio, anche in virtù della spinta miniaturizzazione di talune tipologie di satelliti”. Insomma, nano e micro-satelliti per le orbite basse. E poi l'enfas isul defence cloud e su un’infostruttura cloud classificata “basata su data center con capacità computazionali e di memorizzazione centralizzate, che assicurino la piena interoperabilità tra i sistemi in uso per l’analisi e la valorizzazione dei dati in un unico ambiente”. Un'architettura che dovrà essere basata su una serie di tecnologie abilitanti: AI, 5G, Big Data Analysis e così via.

Molto interessanti anche i passaggi dedicati alla Enhanced Strategic Anticipation and Situational Awareness, ovvero alla capacità di comprendere con largo anticipo gli obiettivi e le azioni complessive dei potenziali avversari. Va da sé che in quest’ottica diventa fondamentale non solo rafforzare le capacità ISR, SIGINT, ecc., ma pure le capacità di analisi strategica del comparto intelligence, così come i suoi “sensori” HUMINT, indispensabili per verticalizzare l’enorme massa orizzontale di informazioni tipica delle società complessee “liquide”. Per l’appunto è proprio questa essenza “liquida” che dà origine al sesto dominio operativo, ovvero quello cognitivo. Un dominio, affermatosi con il progresso tecnologico e l’espansione delle reti di comunicazione di pubblico accesso, che è caratterizzato da fake news, controllo dei media, strumentalizzazione dei social network, manipolazione informativa, ecc., e dove l’obbiettivo diventa condizionare le opinioni pubbliche e influenzare la libera decisione sovrana. Pertanto, un’altra delle priorità individuate dal Concetto Strategico è quella del rafforzamento della StratCom, la Comunicazione Strategica, e di tutti quegli strumenti atti a contrastare la dis/informazione avversaria e a sviluppare efficaci contro-propagande e contro-narrazioni.

Gli spunti di interesse del nuovo Concetto Strategico, però, non si fermano qui e abbracciano pure intendimenti e proposte concrete.

Tra questi, la necessità di un’urgente e approfondita riflessione sulla Legge 145/2016, ovvero la Legge quadro sulle missioni all’estero. Questa, infatti, si è dimostrata un po' troppo rigida, in particolare per ciò che concerne i meccanismi di finanziamento, laddove, invece, “stante la dinamicità e la complessità degli scenari moderni, è necessario assicurare l’indispensabile flessibilità strategica e operativa nonché la rapidità di risposta e di impiego dello Strumento militare, in particolare delle forze di reazione rapida”. E, ancora, si parla di un adeguamento dei meccanismi e delle procedure (giuridiche e finanziarie) del Capacity Building all’estero, mentre si pone un interrogativo, sempre alla luce dei nuovi scenari, sulla sostenibilità dell’impegno delle Forze Armate sul piano interno.

Infine, il documento si sofferma pure sulla predisposizione di “poli logistici interforze distribuiti nell’area di interesse strategico nazionale per supportare l’azione del Paese a livello regionale, contribuendo a rendere stabile la presenza della Difesa nei settori di interesse, a sostegno degli interessi economici, diplomatici e di cooperazione dell’Italia”. Probabilmente, questo è il passaggio più interessante di tutto il documento,che, peraltro, ci sembra sposare, almeno in parte, la nostra proposta per una presenza militare di tipo distribuito in alcuni Paesi del Mediterraneo Allargato. Tale presenza, lo ricordiamo, secondo noi dovrebbe essere basata su piccole basi, punti logistici e di appoggio, e su contingenti militari “discreti”(ma letali) capaci di garantire una prima, minima, capacità di riposta e un footprint su cui poi costruire eventualmente il build-up in caso di escalation.

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