In Ucraina si sta assistendo ad una nuova escalation dopo che i ribelli della Novorossya, la repubblica comprendente parte degli oblast di Donetsk e Lugansk auto-proclamatasi indipendente da Kiev lo scorso maggio, hanno lanciato una nuova offensiva contro le truppe regolari ucraine che, per il momento, ha già portato alla conquista da parte dei ribelli dell'aeroporto di Donetsk. L'obbiettivo dei separatisti è duplice: l'alleggerimento della pressione lealista su Lugansk e Donetsk e la creazione di un corridoio che, dal confine russo e attraverso Novoazovsk, Mariupol e Melitopol, congiunga la Russia alla Crimea.
Due giorni dopo la conquista dell’aeroporto, i ribelli hanno proseguito l’avanzata su Debaltsevo, città a 70 km a nord est di Donetsk, riuscendo con una manovra a tenaglia ad imprigionare i circa 8.000 soldati ucraini lì presenti, privandoli dei collegamenti e dei rifornimenti con il resto dell’Esercito. E proprio Debaltsevo è diventato l'epicentro dei combattimenti con i lealisti impegnati a cercare di tenere aperta l'ultima linea di rifornimento con le proprie retrovie. Sullo slancio, i ribelli proprio oggi hanno attaccato con l'artiglieria anche Kramatorsk, a cavallo degli oblast di Lugansk e Donetsk, che avevano perso lo scorso luglio. L'altra direttrice dell'iniziativa dei ribelli ha riguardato Mariupol, dove si starebbe preparando un'azione su più vasta scala e dopo che la città nei giorni scorsi è stata pesantemente colpita dal fuoco dell'artiglieria ribelle.
Negli ultimi mesi i ranghi delle milizie filo-russe sembrerebbero essere stati significativamente rafforzati dalla presenza di personale militare russo, come testimoniato sia dalla “professionalità” e dall'alto livello di coordinamento delle recenti manovre su Donetsk e Mariupol sia dalla crescente disponibilità di armi, mezzi ed equipaggiamento moderni in servizio con l'Esercito Russo (lanciarazzi BM-30 SMERCH e carri T-72B2).