
Nel porto di Trondheim è possibile vedere 3 unità dall’aspetto inconsueto. Due, identiche, sono indicate come Ocean Space Drone-1 e -2, con una vistosa scritta AUTONOMOUS sulla fiancata. Si tratta di 2 imbarcazioni derivate da battelli di salvataggio (12 m, 5,5 nodi), che possono operare sia in modo completamente unmanned sia con equipaggio opzionale. L’altra unità è la Søviknes, una Combat Boat 90N della Reale Marina Norvegese (16 m, 45 nodi). Il mezzo è stato temporaneamente assegnato alla Kongsberg per condurre valutazioni, ma fa ancora parte del naviglio militare e sulla fiancata, pur se dipinta di bianco, mantiene il numero originale L 4531, unito al nome Ocean Space Lab.
Questa vedetta veloce viene impiegata per la valutazione di diversi strumenti legati sia alla condotta autonoma, sia come ausilio alle operazioni. Lo scopo di questa attività è lo sviluppo di capacità di navigazione completamente autonoma in ambienti complessi, con obstacle-avoidance sia nei confronti di strutture fisse che di mezzi in movimento. L’autonomia riguarda anche la fase di ormeggio. Il tutto fa parte del Situational Awareness System – SeaAware, che comprende tra l’altro una serie di videocamere stabilizzate che coprono 360° (Kongsberg Camera Cluster) e le cui immagini vengono fuse in un unico sistema di rappresentazione. Le telecamere forniscono anche una funzione automatica di scoperta e identificazione di oggetti e natanti, contribuendo alla sicurezza e alla gestione della navigazione. L’imbarcazione dispone anche di schermi a realtà aumentata, con i “suggerimenti” per la navigazione, in qualche modo simili alle indicazioni sull’HeadUp Display già installato in plancia dei PPA classe Thaon di Revel. Oltre a questo viene anche implementata la cosiddetta Proximity Assistance, ovvero indicazioni durante la manovra in porto e l’ormeggio. Il tutto viene fuso nel sistema integrato di plancia K-Bridge, che comprende anche le “tradizionali” funzioni con cartografia elettronica ECDIS e Warship-AIS.
I diversi scenari affrontati prevedono di verificare il comportamento di un’unità a fronte di incontri con altri natanti, cooperanti o meno, rappresentati dai 2 droni. Alcune di queste funzioni, sperimentate sulla vedetta veloce, vengono poi trasferite sui 2 Ocean Space Drone, per ulteriori sviluppi che richiedono la piena autonomia, ma ovviamente già da ora possono rappresentare un importante aiuto anche per il personale di plancia di unità navali tradizionali, militari e mercantili.
L’attività di sviluppo è seguita da Kongsberg Marine, in collaborazione con Kongsberg Seatex, e con l’Università NTNU, nel consorzio AutoShip, finanziato dall’UE nell’ambito del programma Horizon 2020.
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