RIVISTA ITALIANA DIFESA
L' AM e il biocontenimento 03/02/2015 | Andrea Mottola

Dal 19 al 22 gennaio si è svolto, presso l'infermeria dell'aeroporto militare di Pratica di Mare, un corso sulla gestione dell'evacuazione aero-medica di pazienti affetti da malattie altamente infettive per 13 operatori sanitari della Royal Netherlands Air Force, sotto la supervisione del Ten.Col. Arganese, del Ten.Col. Lastilla e dal Magg. Fiorini. Si tratta della prima attività di formazione di questo genere organizzata dall'Aeronautica Militare a favore di una forza armata straniera. Il corso, richiesto dalle stesse forze armate olandesi, rientra in un programma di addestramento che il Servizio Sanitario dell'Aeronautica Militare ha avviato dal 2006 in ambito nazionale, con una serie di corsi ed esercitazioni già svolte in collaborazione con gli ospedali Spallanzani di Roma e Sacco di Milano. L’attività di trasporto aereo con assetto di bio-contenimento è una delle eccellenze della nostra aviazione, ancorché poco nota. Il trasporto sanitario aereo di pazienti altamente infettivi è una capacità dell’Aeronautica Militare per molti aspetti unica nel panorama internazionale. Il trasporto di pazienti infettivi (affetti da Ebola, SARS, TBC, Dengue, Monkeypox ecc.) infatti, se effettuato con procedure comuni, espone al rischio di diffusione del contagio. In tali evenienze il trasporto è possibile solo tramite l’impiego di particolari sistemi d’isolamento aviotrasportabili e di personale altamente qualificato ed addestrato, che garantisca elevati standard di sicurezza. L’Aeronautica Militare ha sviluppato la capacità di evacuazione aero-medica sin dal 2005 ed è l’unica forza aerea europea, insieme alla Royal Air Force britannica, ad avere una capacità simile.

Il trasporto aereo in biocontenimento si basa su diverse componenti:

- isolatori, del tipo ATI (Aircraft Transit Isolators) per trasporti a lungo raggio, o N36 per brevi distanze. Si tratta di sistemi costituiti da un telaio (rigido o semi rigido), da un involucro in PVC, che permette l’osservazione e il trattamento del paziente in isolamento, da un motore alimentato a batterie, che consente di mantenere all’interno una pressione negativa, e da filtri ad alta efficienza HEPA (Highly Efficient Particle Air) che impediscono, in entrata ed uscita, il passaggio di micro particelle potenzialmente infette. Entrambi gli isolatori sono certificati per il trasporto sui velivoli C-130J, C-27 e Boeing KC-767. Inoltre, gli isolatori N36 sono certificati anche per l’utilizzo sugli elicotteri AB-212 e AW-139.

- barelle Stretcher Transit Isolators (STI), utilizzate dopo l’arrivo in aeroporto, per il passaggio del paziente sul veicolo che lo condurrà in ospedale. 

- unità di isolamento ISOARK, ovvero una camera a pressione negativa per il ricovero  prolungato di pazienti infettivi o sospetti e per la loro temporanea gestione a terra.

- stazione per la decontaminazione da agenti biologici, che consente la bonifica di oltre 100 persone l’ora.

- dispositivi di protezione individuale per gli operatori, in accordo al rischio biologico presente.

Quanto all’attività operativa, le operazioni di trasporto aereo dei pazienti altamente contagiosi sono disciplinate da una specifica direttiva  che prevede l’iter di formazione, le qualifiche, i compiti e le funzioni del personale sanitario impiegato, nonché tipo e numero dei mezzi utilizzati.  La gestione delle operazioni di bio-contenimento avviene su due livelli: quello della pianificazione, a cura del servizio sanitario del Comando Logistico dell’Aeronautica Militare, e quello della condotta di cui è responsabile l’infermeria di Pratica di Mare, attraverso il Gruppo Bio-contenimento, costituito da personale medico ed infermieristico appositamente qualificato appartenente all’Aeronautica Militare. Il personale deputato alle attività di trasporto in bio-contenimento assicura un servizio che consente di avviare la procedura in qualsiasi momento e in tempi ristrettissimi.

L’unità d’isolamento aereo impiegabile per una evacuazione sanitaria in bio-contenimento è costituita da un numero di specialisti che può variare in base al tipo di velivolo impiegato e al tipo e livello di minaccia. Nel caso del trasporto del 25 novembre del medico di Emergency, contagiato dal virus ebola in Sierra Leone, è stato utilizzato un KC-767 con un team di 14 persone, tra infettivologi, anestesisti, operatori tecnici e addetti alla manutenzione e bonifica del materiale. La perfezione nella procedura di bonifica dei mezzi e la velocità impiegata per lo svolgimento della missione, sono stati fattori determinanti per il successo della stessa e, probabilmente, hanno influito sulla scelta delle autorità olandesi per la formazione del proprio personale. Attualmente sono disponibili 3 team che si alternano (un team pronto in 8 ore, l’altro in 24, mentre il terzo è di riserva). Il personale di queste unità viene periodicamente addestrato e formato attraverso corsi ed attività esercitative. Inoltre, il team di bio-contenimento dell’Aeronautica Militare partecipa a numerose attività addestrative in ambito nazionale, internazionale e Nato. In ambito nazionale è da evidenziare la stretta cooperazione con la Protezione Civile. Dal suo avvio nel 2005, la capacità di trasporto aereo in bio-contenimento è stata impiegata in 8 missioni operative (primo caso nel 2006), per il trasporto di pazienti altamente contagiosi verso strutture nazionali.  Allo stato attuale l’Aeronautica può garantire l’evacuazione di 2 pazienti in contemporanea su una tratta di lungo raggio, oppure effettuare un trasporto di lungo raggio ed uno di breve raggio.


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