RIVISTA ITALIANA DIFESA
Tra assalto anfibio e light carrier 26/05/2022 | Massimo Annati

Le portaerei, o portaeromobili, o portaelicotteri, a seconda di quale nome venga ritenuto più opportuno dalla politica, svolgono un ruolo essenziale nelle operazioni navali. Poco dopo la fine del 2º Conflitto Mondiale, le flotte di Stati Uniti, Regno Unito e Francia hanno incominciato ad impiegare le portaerei in ruoli differenti: le unità più piccole o più anziane, incapaci di impiegare con pieno profitto i nuovi velivoli caratterizzati da prestazioni (e peso) decisamente maggiori, sono state spesso “declassate” a ruoli diversi, in particolare la lotta antisommergibili (CVE, CVS o in un secondo tempo “Sea Control Ship”), o le operazioni anfibie. Talvolta si è trattato di uno “swinging role” temporaneo.

Il primo esempio di portaerei convertita in piattaforma per assalto anfibio è stata la USS TETHIS BAY, una piccola portaerei di scorta (CVE-90) di sole 11.000 t e 156 m di lunghezza. Nel 1955-56 fu convertita, venendo riclassificata CVHA-1 (prima ed unica unità ad essere così classificata), per poi ricevere nel 1959 la più tradizionale sigla LPH-6. Nel nuovo ruolo trasportava 21 elicotteri e circa 900 Marines. Tuttavia i primi ad impiegare una portaerei per assalto anfibio in un'operazione reale sono stati i britannici, durante l’attacco a Suez del 1956. In quell'occasione, 2 delle 5 portaerei schierate dalla Royal Navy per l’operazione imbarcavano esclusivamente elicotteri e distaccamenti dei Royal Marines. In soli 90 minuti gli elicotteri Westland WHIRLWIND decollati dalla THESEUS e dalla OCEAN (entrambe classe COLOSSUS, da 18.000 t) sbarcarono a Port Said 425 uomini del 45 Commando Royal Marines, e 23 t di equipaggiamenti. Da allora si sono susseguite diverse portaerei leggere convertite in portaelicotteri d’assalto anfibio: la HMS BULWARK nel 1958 (dopo soli 4 anni trascorsi nel ruolo di portaerei tradizionale), la HMS ALBION nel 1961, entrambe di 24.000 t; la francese ARROMANCHES nel 1968 (ex HMS COLOSSUS); 3 statunitensi classe ESSEX (BOXER, PRINCETON, VALLEY FORGE) da 40.000 t tra il 1958 ed il 1961.

Tuttavia iniziarono ad entrare in servizio anche delle unità progettate espressamente per il ruolo di portaelicotteri d’assalto anfibio, grazie alla classe IWO JIMA (LPH-2): 7 navi da 18.000 t di dislocamento e 180 m di lunghezza, consegnate tra il 1961 ed il 1970. Trattandosi di navi concepite per questo compito avevano una velocità scarsa, 22 nodi, tale da operare nei task group anfibi, senza necessitare di spunti maggiori, al contrario delle veloci portaerei della classe ESSEX che nello stesso periodo erano state convertite al nuovo ruolo. L’economicità del progetto delle LPH portò anche alla scelta di un solo asse elica e di armamenti difensivi limitati, lasciando spazio a bordo per imbarcare i Marines (fino a 1.750 uomini tra gruppo volo, reparto da sbarco, e staff CATF-CLF-LFOC) ed i loro equipaggiamenti leggeri. La componente aerea (ACE, Aviation Combat Element) comprendeva circa 20-25 tra elicotteri da trasporto e d’attacco. Verso la fine del servizio il gruppo aereo imbarcato standard comprendeva 4 CH-53 SEA STALLION, 14 CH-46 SEA KNIGHT, 2 UH-1 HUEY e 4 AH-1 COBRA, ma erano ovviamente possibili molte varianti, in funzione della missione.

 

Disponibile su RID 06/22 in edicola.


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